La seconda semifinale di Viareggio Cup ha regalato una sfida già andata in scena nella fase a gironi, ovvero quella fra il Bologna (primo nella Serie B Primavera) ed il Bruges, battuti per 1-0 nella prima gara della competizione e passati sotto la gogna dei calci di rigore nella giornata di ieri al Ferdeghini di La Spezia. Ad avere la meglio sono stati gli avversari in maglia bianca a strisce rossoblu, colori che indosseranno nella finalissima in programma per domani pomeriggio al Picco (calcio d’inizio ore 15). Il Genoa, come nel 2007 e sperando che porti bene, scenderanno in campo con una completo bianco. Nel 2010 portò bene anche ai Grifoncini campioni d’Italia. Corsi e ricorsi storici.
OCCHI SUL BOLOGNA – La squadra allenata da Emanuele Troise, cresciuto nelle giovanili del Napoli e già collaboratore tecnico di Fabio Pecchia ai tempi del Latina, ha affrontato i belgi e mattatori dell’Inter con un 4 3 3 di fatto speculare al modulo con cui è solito partire il Genoa di Sabatini. Da una parte e dall’altra, occhio ai cambi in corsa e agli assi nella manica.
Quelli del Bologna, nella semifinale di ieri pomeriggio, sono stati i rigoristi: Militari, Ruffo Luci, Nivokazi, Kastrati, Stanzani ed Elia Visconti (vincitore lo scorso anno con la maglia dell’Inter) non hanno sbagliato un colpo. Cinque di questi, tolto Militari, entrati a gara in corso. Nel primo tempo una sola squadra in campo, il Bruges, colpito a freddo da una rete ad inizio ripresa ma capace di trovare il pareggio su un calcio di rigore conquistato con scaltrezza. Questo il tabellino bolognese: Fantoni, Lunghi (71’Busi), Saputo (71′ Kastrati), Cassandro, Piccardi (71′ Barnabà), Militari, Mazza (52′ Visconti), Koutsoupias (78’Nivokazi), Rabbi (52′ Stanzani), Uhunamure (78′ Ruffo Luci), Cossalter.
CAMPO DA GRANDI – Paradossalmente, Genoa e Bologna avranno solamente 46 ore (meno rispetto a quelle concesse nei turni precedenti) per recuperare dalla grande fatica della semifinale e del torneo in generale. Quella che andrà in scena al Picco sarà la 7ª partita in 15 giorni, inframmezzata da convocazioni in nazionali e continue trasferte fra Liguria e Toscana. Il campo del Picco è in erba naturale, proprio come quello su cui i Grifoncini hanno conquistato la finale a Forte dei Marmi. Le ampie dimensioni del campo e un’altrettanto grande stanchezza accumulata dai giocatori chiamati in causa potrebbero non aiutare. Potrebbero, ma nelle finali molti limiti vengono messi da parte.
Il Parma, a metà classifica nella serie cadetta, ha saputo mettere in enorme difficoltà la difesa del Genoa nel primo tempo della semifinale al Necchi-Ballone, così come aveva fatto anche l’Empoli di Lamberto Zauli. Segno di come le squadre italiane rimaste in gara possano venire considerate tutte sullo stesso piano. Tolte le grandi del campionato di Primavera 1, che sono uscite malamente o hanno preferito non partecipare, non saranno le posizioni di classifica a fare la differenza. Il Bologna è primo in campionato e in piena corsa per la promozione, il Genoa resta a pochi punti dalla zona play-off ma ha vissuto un inizio di stagione particolarmente travagliato.
Faccia a faccia con la storia. I Grifoncini ci riprovano al Picco