Cristian Stellini conosce il settore giovanile del Genoa come le proprie tasche, forte di una vita da calciatore sotto la Lanterna e una recente esperienza alla guida della Primavera. Tornare a vestire la casacca con scritto “il club più antico d’Italia“, che emozione porta? “Porta un’emozione fortissima, – ci racconta a margine della sfida tra le leggende del Genoa e quelle della Serie A – Perché dopo tanti anni vestire la maglia del Genoa con il tuo nome scritto dietro è un tuffo nel passato. Un tuffo nel passato che rende felice ed orgoglioso di aver fatto buone cose con questa maglia. È ancor più bello vedere la gioia dei bambini, che sono il futuro del calcio.”
La Primavera di Carlo Sabatini, composta da ragazzi che tu conosci bene, ha sfiorato l’impresa raggiungendo la finale di Viareggio Cup, competizione terminata con le lacrime per la sconfitta ai calci di rigore per mano del Bologna. Stellini ha un messaggio di sostegno in vista del finale di campionato: “Questo gruppo, o parte di questo gruppo, è quella famosa squadra che arrivò seconda al Mondiale per Club a Manchester con i Giovanissimi nell’età del 2000.
Si tratta del famoso binomio Bianchi-Pellegri, insomma ragazzi che fecero grandi cose nel campionato e vinsero il loro campionato di categoria quell’anno. Hanno vissuto esperienze importantissime, come quella di ieri che non è andata bene. La cosa importante per giovani calciatori che vogliano diventare grandi calciatori – e alcuni di loro lo saranno sicuramente – è il fatto che si guardi sempre avanti, perché anche se avessero vinto ieri sabato c’è la Roma. Non si può guardare al passato, né nel bene né nel male: bisogna guardare avanti. I ragazzi hanno fatto un grandissimo torneo e devono portarsi a casa quanto di buono, tornare a lavorare e guardare avanti, nella speranza di raggiungere i playoff”.