Quattro giornate al termine del campionato. Genoa, guai a distrarsi, nessun calo di tensione! Conta solo vincere incominciando da Bolzano dove servirà la massima concentrazione. Conta il presente, le chiacchiere fuori da Pegli rimandiamole a fine maggio.
La partita non sarà presa sotto gamba: sono consapevoli, da Gilardino a tutti i calciatori esperti in rosa, del fatto che Bisoli ha dato un’identità alla sua squadra e sicuramente cercherà di mettere il bastone tra le ruote al gioco genoano. A Bolzano vogliono timbrare il quarto posto in classifica per avere playoff più morbidi, giocando alla morte e cercando di trovare impreparati i Grifoni.
Dunque nessuno penserà, dopo averli battuti all’andata, di aver già vinto. Basta ricordare la fatica fatta per vincere. Il Vecchio Balordo dovrà essere ancor più famelico nelle prossime quattro gare. Molto arrabbiato e voglioso di non accontentarsi di un pareggio.
Non è mai stato facile vincere, anche dentro il Tempio e sui campi esterni, per il pedigree del nome e della sua storia, per l’assalto dei tifosi genoani e per la nomea di squadra “ammazza-campionato”.
L’ostilità si è vista dentro e fuori dal prato verde e lo strapotere degli uomini di Gilardino viene combattuto con l’ostruzionismo dai primi momenti di partita e da falli sistematici per interrompere trame di gioco e palleggio alla ricerca del tiro in porta. Alla fine quasi tutti gli avversari hanno ceduto e i “maniman” genoani hanno contato solo quante volte hanno tirato in porta Coda e compagnia. In Alto Adige sarà un’ altra battaglia da affrontare da parte di Gilardino e dei suoi ragazzi.
Da ripetere contro il Südtirol un’altra prova di maturità collegata alla pazienza, forti e consapevoli che vincere aiuta a vincere. Il Vecchio Balordo ha dimostrato in ogni gara, usando gli artigli, di essere una squadra credibile che non ha paura di nulla. Gilardino ha dato grande sicurezza ai suoi con scelte condivise assieme a tutta la rosa a disposizione. La somma di tutto sono i risultati positivi che arrivano copiosi proiettando il Grifone verso la prima delle due posizioni della classifica.
La formazione e la tattica non dovrebbero cambiare molto contro il Südtirol. Anche i cambi saranno improntati come nelle precedenti gare con una caratteristica diversa che è l’utilizzo della prima punta. Quando il Genoa è in vantaggio, dentro Ekuban per sfruttare gli ampi spazi, mentre quando bisogna sbloccare il risultato dentro la fisicità di Puscas.
La forza di Gilardino non andare mai in confusione vista l’abbondanza di alternative da mettere in campo. All’appello manca solo Aramu: appare un po’ svogliato quando subentra e sembra avere una voglia matta di segnare una rete capolavoro, ma anche se non lo è va bene lo stesso, purché sia decisiva per contribuire all’obiettivo voluto da tutti. A Gilardino e il suo staff il lavoro di studiare le misure per affrontare una squadra compatta a centrocampo e in difesa. La formazione a domani alle ore 14.
Il Südtirol dai propri tifosi viene chiamato FCS essendo un modello di integrazione riuscito perfettamente con il campionato da protagonista e da rivelazione inaspettata. Un modello di integrazione, si diceva, anche per i tre gruppi linguistici presenti in Alto Adige.
L’opera di questo campionato all’avanguardia è tutta del tecnico Bisoli, reduce da una grandissima salvezza con il Cosenza lo scorso campionato. Si è calato perfettamente nel nuovo ambiente cercando di applicare subito la sua esperienza e capendo subito i bisogni della squadra dopo le prime tre gare del campionato andate a rotoli con la panchina di Leandro Grieco, che aveva dovuto sostituire ad interim il dimissionario Zauli.
Bisoli ha messo in classifica 53 punti in 31 gare frutto di 13 vittorie, 14 pareggi, 7 sconfitte, 35 gol fatti (la maggior parte con colpi di testa) e 31 subiti. Bisoli fino alla 29° giornata di campionato ha lavorato in casa e fuori casa cercando di individuare il punto deboli degli avversari e cercando di sfruttare al massimo l’elasticità dei calciatori a disposizione.
Il Südtirol nelle ultime gare, dopo aver pareggiato in casa del Cagliari al rientro dalla sosta perdendo in casa con Bari e Ascoli, ha reagito nell’ultima giornata di campionato in casa del Frosinone strappando un pareggio. Operazione riuscita con l’apporto del collettivo e non facendo giocare i ciociari. Collettivo che è stato un valore aggiunto nel coprire i buchi creati a centrocampo e in difesa. Con il portiere Poluzzi protagonista.
Nelle ultime gare non è stato il solito Südtirol,scollegato nelle due fasi di gioco. Qualche giocatore ha perso la condizione fisica nella cavalcata inaspettata dell’imbattibilità fino alla 32° giornata di campionato nel girone di ritorno, trascinato più dalla convinzione, dalla carica agonistica e dalla corsa che non dalla tecnica.
Bisoli gioca con il 4-4-2, lo schema standard del calcio eseguito bene dai suoi ragazzi. Due linee, quelle di difesa e centrocampo, che si mostrano strettissime e composte da un mix di giovani ed esperti tra i quali spicca Andrea Masiello. La ragnatela tra centrocampo e difesa, improntata alla chiusura di tutti gli spazi, nelle ultime gare non ha funzionato bene mancando la fisicità nel cuore del gioco. Se la difesa funziona, in attacco le polveri si sono bagnate: nelle ultime cinque gare sole tre reti (due alla Spal, una al Cosenza).
In ogni caso, la formazione di Bisoli non dovrebbe cambiare molto rispetto a quella che ha giocato allo Stirpe l’ultima giornata di campionato. Tutta la rosa è a disposizione, essendo assai probabile il recupero sia di Belardinelli, che porta fisicità a centrocampo, e Davi, il terzino sinistro. Recuperati dagli infortuni, per entrambi sarà probabile panchina. Dubbi nel cuore del gioco con l’unico sicuro di giocare che è il capitano Taït.
Dubbi di modulo? Possibile. Bisoli, infatti, ha provato anche il 4-4-1-1 con Cisse e Odogwu. L’ultima volta che hanno giocato insieme è stato con il Palermo alla 26° giornata. Tattica uguale anche a Frosinone nell’ultima gara con Mazzocchi alle spalle della prima punta: tutta una strategia per portare in avanti un difensore avversario e marcare a uomo nelle ripartenze il play avversario.
La probabile formazione: Poluzzi; Curto Zaro, Masiello, Celli; De Col (Lunetta), Taït, Fiordilino, Rover (Schiavone); Mazzocchi (Cissè), Odogwu.
Arbitra Di Bello di Brindisi. Classe 1981, bancario. Arbitro dal 2000, nel 2011 in Serie B, dal 2014 in Serie A, dal 2018 arbitro internazionale. In stagione 9 gare dirette in Serie A (47 cartellini gialli, 1 rosso, 6 rigori), 6 gare stagionali in Serie B (36 cartellini gialli, uno doppiato, 1 rigore). Se ne contano anche 9 dirette nelle competizioni europee. Mai diretto né Südtirol né Genoa in Serie B.
Diffidati Südtirol: Berra, Casiraghi, Pompetti, Rover. Diffidati Genoa: Aramu, Badelj, Gudmundsson, Strootman, Sturaro.