Per fare il consueto punto settimanale legato al campionato di Serie A abbiamo contattato telefonicamente Luigi De Canio, tecnico originario di Matera che vanta un passato rossoblu nelle stagioni 2003/2004 e 2012/2013. Questo il suo punto di vista.

La sua impressione in queste prime nove giornate di Serie A?

“È stata una giornata conclusa con l’esonero di un altro allenatore, un uomo cui sono molto legato. L’ho portato a Genova dopo averlo avuto all’Udinese, e parlo di Sottil. L’Udinese non è riuscita ancora a vincere una partita, ma ha perso partite con due squadre più. Nella bassa classifica rimane un campionato equilibrato e la differenza può essere fatta da un’attenzione maggiore, da una squadra che abbia capacità di sbagliare meno. Al contrario, per la parte alta l’Inter si sta confermando la squadra forte che è sempre stata in questi ultimi anni e che non era riuscita ad imprimere sul campionato la sua vera forza e il suo vero marchio. Quest’anno, dopo aver ceduto anche big importanti, ha probabilmente trovato una maggiore serenità interna e riesce a rendere e raccogliere per il reale valore. Juventus e Milan sono ancora a corrente alternata: la prima ancora non convince del tutto e ha giocatori infortunati che tolgono alla squadra un buon potenziale; la seconda, a tratti, sembra un rullo compressore, ma talvolta ha delle amnesie”

“Il Napoli è un po’ schiavo del Napoli spettacolare dell’anno scorso: tutti pensavano che fosse facile ripetere quanto fatto l’anno scorso, ma così non è. Complice anche qualche problema gestionale dell’allenatore Garcia che, naturalmente, immagino ci tengo a imprimere il suo marchio per non rimanere schiacciato da quanto accaduto l’anno scorso. È un pedaggio che si paga perché, nel voler modificare sia dal punto di vista tecnico-tattico sia dal punto di vista gestionale, può comportare delle problematiche. La forza della squadra la si vede quando riesce a giocare con continuità e, quindi, è una seria candidata allo scudetto. In definitiva, anche la Lazio gioca con più continuità rispetto all’anno scorso e sembra poter fare fastidio nell’inserirsi tra le squadre che giocano la Champions. Ancora un po’ balbettante la Roma, che dal punto di vista tecnico è molto più completa dell’anno scorso, ma non riesce ad essere continua e convincente malgrado la forza e lo spessore di un personaggio come Mourihno. Direi che è un campionato ancora tutto da giocare e da godere”. 

In questo campionato non è solo la tattica a fare la differenza, ma anche i cinque cambi?

“Anche questo fa parte della tattica, della strategia dell’allenatore che ha la capacità di leggere e cambiare la partita quando serve. Però tu hai ragione: mai è la tattica l’elemento principale che determina il calcio. Il calcio è sempre fatto dai calciatori. Il resto è contorno, più o meno importante. Ma contorno. La differenza la fanno i giocatori con le loro giocate, interpretazione, letture nelle situazioni che in partita si trovano davanti con avversari che possono metterli in difficoltà. Se c’è una condizione ottimale sia tecnica che tattica e comportamentale da parte die calciatori, si crea quella chimica che fa rendere i calciatori oltre le loro possibilità ottenendo risultati importanti, come successo a Napoli l’anno scorso”. 

E del Genoa che ne pensa? E di Gilardino?

“Sapete che ho vissuto momenti molto difficili a Genova. La prima esperienza era col Genoa ultimo in Serie B ed è stato ripescato, poi sono tornato dopo la gara col Siena in casa, quando il Genoa pareva sull’orlo dell’abisso. Ho però vissuto due esperienze importanti e significative che mi hanno legato a questa piazza, per il calore dei tifosi, dai più grandi ai più piccoli. Per il modo di vivere il rapporto con la propria squadra. È un bellissimo posto dove fare calcio, il Genoa ha grande storia e spero sempre che abbia una società all’altezza di quella che è la sua dimensione. Ora, non dico che il Genoa debba per forza lottare per vincere degli scudetti – e chissà, magari in un calcio così equilibrato potrà essere anche possibile -, ma in un calcio dove chi ha maggiore competenza sa fare le scelte migliori anche qualità-prezzo nella scelta dei giocatori, mi auguro che il Genoa riesca ad avere una società di alto livello, che dia stabilità a squadra e città, che possa fare sempre campionati di alto profilo per quella che è la storia del Genoa e per quella che è la passione dei suoi tifosi”. 


Genoa-Salernitana, arbitra Massa. Al VAR Mariani