Il Grifone ha arpionato l’ippocampo della Salernitana regalando il primo dolcetto in questi giorni che portano ad Halloween. Partita non facile, ma il Genoa ha vinto una gara “sporca” facendo spettacolo nel primo tempo, rallentando e controllando nel secondo e gestendo concretezza e concentrazione anche nei minuti finali di gioco.
Davanti a tutto il management sportivo dei 777, il Genoa ha fatto vedere in previsione del prossimo calciomercato invernale il primo tempo giocato con Retegui, anzi i primi 15’ minuti di gioco, e il secondo tempo, senza nulla togliere al sostituto.
Nel primo tempo almeno 5/6 occasioni da gol: due pali, tre grandi parate di Ochoa il numero uno salernitano, ma soprattutto un ottimo gioco. Nel mare magnum del centrocampo salernitano, pronto solamente a rompere, quello messo su da Gilardino non ha corso e boccheggiato invano.
Badelj, Malinosvky, Frendrup oltre essere centrocampisti di classe erano inventori di gioco. Milan e l’ucraino con il loro movimento da doppio play hanno messo in crisi Inzaghi e il suo centrocampo. Frendrup, oltre partecipare alle due fasi, è stato una aggiunta alla difesa schierata a tre calciatori, della quale cercava di anticipare le mosse opponendosi a un avversario designato.
Nel secondo tempo il Genoa ha abbassato il baricentro e ha fatto dei cambi importanti che hanno ricordato come qualcuno dei protagonisti arrivasse da infortuni e il ritmo partita potesse non esserci nelle gambe per 95′ di gioco. Giusti e importanti i cambi di Gilardino perché il sostituto, quando entra in campo, deve sapere le cose di chi va a sostituire e pensare allo stesso modo per non fare cadere il collettivo.
A tutto bisogna aggiungere, oltre l’uscita di Retegui, anche quella per infortunio di Bani, pilastro libero della difesa.
Ochoa è stato disoccupato tra i pali nella ripresa, ma le occasioni per andare in contropiede per il Vecchio Balordo ci sono state, sono state sprecate dal passaggio facile in profondità e anche da qualche dribbling di troppo di Albert. Sono importanti, indispensabili, come il gol realizzato quando si trova chiuso da un avversario e non c’è nessun altro sfogo possibile; nell’occasione dei tre contro tre invece di provare a saltare il terzo uomo poteva servire un compagno meglio piazzato e libero. I giocatori devono avere piena fiducia in se stessi e in ciascun giocatore della propria squadra perché il gioco del calcio è un gioco d’insieme.
La Salernitana di Pippo Inzaghi si è dimostrata tosta cercando di chiudere tutti gli spazi nel primo tempo e giocando anche in undici dietro la linea del pallone alla ricerca del contropiede. Nel primo tempo ha fatto l’errore della prima gara sulla panchina campana affidando il ruolo di play a Maggiore, un pesce fuor d’acqua, senza sfruttare le sue caratteristiche viste a Spezia, a tutto campo.
Nel secondo tempo ha cambiato tutto il centrocampo lasciando negli spogliatoi i centrocampisti compreso l’unico di qualità Candreva, come contro il Cagliari. Ha cercato di imbavagliare Gilardino con i cambi mettendo la gara sul piano fisico con calciatori tutti alti più di un metro e 85, ma con poche proprietà tecniche. Schierati anche troppi calciatori all’attacco. Martinez non è stato protagonista di grandi parate. La traversa colpita su colpo di testa e l’errore di Dia con la porta spalancata su gong finale probabilmente sarebbero state reti non valide (come la traversa) per fuorigioco.
La vittoria di Gilardino contro la Salernitana sarà l’occasione giusta per dare una dimensione diversa, più profonda e intrigante, alla stagione. Gilardino continuerà a lavorare tanto con lo staff, viste le assenze nelle prime 10 gare di campionato, per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle costruito dal calciomercato.
Gilardino e i genoani godono per l’impronta data dal mister che ha testa. Le idee e la strategia, più che la tattica, sono rivolte alla ricerca del modo con cui concretizzare il lavoro davanti ai portieri avversari.
In questo mese di novembre c’è la possibilità di iniziare a dare sostanza, non ai sogni, che arriveranno dopo l’obiettivo salvezza. Coglierla è quasi un obbligo per non correre dietro a nulla.
Importante giocare contro tutti gli avversari con le stesse peculiarità viste nelle nove giornate giocate dopo il debutto in Serie A.
Rocchi e l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) dopo gli errori del VAR nelle due gare precedenti hanno inviato al Ferraris il migliore, Massa di Imperia, un signore con il fischietto in bocca con i criteri fondamentali di un direttore in una gara di difficoltà importante dal punto di vista tecnico, disciplinare, comportamentale. Con gli arbitri buoni sul prato verde, con un spostamento e posizionamento efficace, il VAR non serve.