Partita da leggere bene per tutti i 90’ più recupero e non solo tatticamente quella contro le zebre dell’est. Con il gioco che migliora partita dopo partita e che non può essere abbattuto sul filo della sirena, anche soffrendo. Il Genoa è in grado di poterli gestire gli ultimi minuti dopo aver giocato bene: la concentrazione che deve essere aumentata a più del 100% rispetto all’inizio di gara.
Il Vecchio Balordo c’è, spesso gioca meglio degli avversari, motivo per il quale i dolori non possono arrivare per errori di singoli che vanificano prestazioni che convincono tutti. La squadra del Genoa ora è piena di talenti. Gudmundsson, Messias, Malinovskyi, Retegui ed altri, senza dimenticare Frendrup, Badelj e gli altri centrocampisti. Sono tutti pronti a dare il contributo anche nel cuore del gioco, in molti – e non solo tifosi . si divertono e vorrebbero farli giocare tutti insieme, ma al calcio si gioca ancora in 11.
A Gilardino e il suo staff probabilmente non dispiacerebbe utilizzare tutti i tenori essendo dei normalizzatori, ma senza mai dimenticare o tralasciare la ricerca di equilibrio e organizzazione di squadra.
La forza di Gilardino in queste 25 giornate di campionato è stata organizzare la fase difesa in generale, al di là degli errori che sono costati punti, anche il modo di marcare, impostando la difesa sulla marcatura a uomo attraverso i vantaggi della zona. Operazione non facile guardando altre gare della Serie A: l’attinenza è marcare a zona, togliendo qualche volta movimenti e prospettive di gioco. Gilardino con il suo forte senso di gruppo e aiuto reciproco studia e cerca altre soluzioni per il Vecchio Balordo.
Gilardino e il suo staff in panchina hanno fatto vedere di essere bravi in una caratteristica principale decantata all’Università del calcio di Coverciano: la gestione della partita. Hanno fatto vedere la qualità delle loro intuizioni e idee. Operazione importante in un calcio dove si gioca in 16 uomini, 5 cambi sono una variazione del 50% della squadra mandata in campo dal primo minuto, cioè molto, quanto basta a invertire l’andamento di qualunque partita. La testimonianza sono i risultati arrivati in molte gare del campionato, arrivati sul filo di lana.
Gilardino e lo staff hanno fatto vedere e capire di essere pronti a prendere le decisioni giuste e utili cercando nel tatticismo reale della gara di adattare nel modo migliore i calciatori, raffrontandoli con gli avversari e con la gara e leggendo le due fasi di gioco.
La fantasia del cronista vedendo il Genoa corre al passato, probabilmente succederà anche a Gilardino, Caridi e Murgita calciatori quando ad Ancelotti intorno agli anni 2000 o giù di lì Berlusconi portò Rui Costa, Seedorf, Pirlo per vederli giocare tutti insieme.
Ancelotti ci ha pensato, studiato e ha trovato l’equilibrio che lo ha reso possibile con un rombo e con una difesa a quattro: Pirlo davanti alla difesa, Gattuso a coprire la fascia destra sostenendo le rincorse dell’esterno, Seedorf e Rui Costa pronti ad inventare per le due punte Shevchenko e Pippo Inzaghi ma anche essere presenti nelle due fasi di gioco. Un centrocampo con fantasisti puri, due punte e due terzini che attaccano. Operazione riuscita ad Ancelotti perché pretendeva molto dai quattro difensori nel recupero del pallone, un blocco da cui dipendeva la squadra.
Molto di tutto questo lo si è visto anche nelle recenti partite di Champions appena giocate: pressing ultraoffensivo corroborato da 8 calciatori in fase offensiva e 10, compreso il portiere, in quella difensiva con un unico calciatore in avanti, la prima punta. Immaginazioni di un cronista consapevole che per Gilardino non è tutto facile perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il campo.
Questo passaggio di fantasia prima della partita con l’Udinese lo si è scritto perché si ha la consapevolezza che Gilardino, avendo vissuto con grandi campioni da calciatore, abbia la gestione dello spogliatoio e non abbia paura di avere troppi fuoriclasse, per merito degli allenatori che lo hanno allenato.
Capello diceva nel 1996 al Real Madrid: “datemi due fuoriclasse per ogni settore: uno lo faccio giocare, l’altro lo faccio inseguire chi gioca, così stanno svegli entrambi“. Il problema non dovrebbe esistere più nel calcio delle cinque sostituzioni, i primi a capirlo dovrebbero essere quelli che si siedono in panchina e dovrebbero essere pronti a ribaltare o difendere il risultato.
Nessun problema se Gilardino continuerà con la sua linea e le sue idee elaborate con lo staff. D’altronde sono loro che vivono gli allenamenti, pronti a fare le scelte giuste prima e durante la partita. La formazione a domani, mentre tutti si godranno l’ennesimo show, colorato di rossoblù a quarti: altra Festa del Sabato sera scatenata da Gilardino e la sua band, poi ballata e cantata dentro il Tempio.
Arriva al Ferraris l’Udinese degli alti bassi nei risultati e per tale motivo impelagata nella zona rossa della classifica.
Fino al 23 ottobre con Sottil in panchina i friulani avevano messo in classifica 6 punti frutto di 6 pareggi e due sconfitte in 8 gare, con 14 reti incassate e 5 realizzate. Con l’arrivo di Cioffi in 15 gare 3 vittorie, 5 sconfitte, 7 pareggi. Paradossalmente le vittorie sono arrivate con le titolate del campionato, fuori casa contro Milan e Juventus, mentre tra le mura amiche unici tre punti con il Bologna, poi un pareggio con la Dea. Entrambi gli allenatori hanno fatto più risultati fuori dal Friuli.
In tutte le gare giocate non è cambiato poco o nulla tatticamente tra Sottil e Cioffi, l’unica differenza che il primo giocava con il 3-5-2, il secondo in particolare in trasferta utilizza il 3-5-1-1 e si affida al tanto vituperato (ma utilizzato da molti) catenaccio e contropiede, definito con termini moderni difesa baricentro basso e ripartenze. L’Udinese attuale sfrutta parecchio il gioco sul pennellone Lucca, il centravanti boa da più di un metro e novanta, per permettere ai centrocampisti di qualità Samardzic e Pereyra di giocare a rimorchio.
Ad Udine i dirigenti non si sono non chiesti perché strategicamente sia cambiato poco tra i due allenatori con la rosa a disposizione. Confermato uno stile di gioco solo personale, ma non modellato in base alle capacità tecnico-tattiche e alle potenzialità fisiche di calciatori a disposizione.
L’operazione è riuscita a Cioffi solo con Milan e Juventus in trasferta perché gli avversari sicuri di fare risultato hanno permesso con due tiri in porta di fare risultato. Diversa storia con il Bologna per stessa ammissione di Thiago Motta: “non era la mia squadra“.
Dal calciomercato invernale la politica della famiglia Pozzo è continuata in ottica plusvalenze mandando all’estero i giovani a giocare, tra cui Pafundi al Losanna considerato il fatto che era poco utilizzato e ingaggiando un solo difensore, Giannetti, argentino arrivato dal Velez per sopperire alla vendita estiva di Becao. L’argentino è stato l’eroe per adesso dopo il gol vittoria in casa della Juventus.
Nelle ultime tre gare giocate in campo gli stessi uomini solamente con le sole sostituzioni di Samardzic, infortunatosi contro il Monza (al suo posto entrò Payero), e del capitano Pereyra, infortunato con Juventus e Cagliari, ma al lavoro per essere disponibile contro il Grifone domani sera. Ha recuperato Kamara esterno che si accomoderà in panchina lasciando il posto a Zemura. Altro dubbio di Cioffi se Lucca o Success per far muovere la difesa genoana con il nigeriano, Thauvin o Pereyra se giocheranno alle spalle della prima punta.
Arbitro Fourneau di Roma, 39 anni, libero professionista. In Serie A dal 2017, stabilmente dal 2020. Una sola partita in Serie A risalente al 28 settembre 2023, due Coppe Italia, otto gare in Serie B.
Fourneau rientra in gioco dopo essere stato sospeso, 5 mesi senza serie A, per errori al VAR ad inizio stagione in Juventus-Bologna e da direttore di gara in Coppa Italia in Torino- Frosinone. Con il Genoa cinque gare dirette (2 vittorie, 1 pareggio 2 sconfitte), con l’Udinese 5 gare (1 vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte). Primo assistente Meli di Parma, secondo assistente Alassio di Imperia, quarto uomo Colombo di Como. Var il VMO Di Paolo di Avezzano, AVAR sarà Sozza di Seregno.
Diffidati Genoa: Retegui, Sabelli, Vasquez. Diffidati Udinese: Perez, Success, Thauvin, Walace.