Giustamente le Furie Rosse sul tetto d’Europa per il gioco espresso e le vittorie conseguite in tutte le gare giocate. Schiantati i Tre Leoni nella finale, non solo con il possesso pallone ma con le verticalizzazioni e i dribbling.

L’Europeo 2024 andrà in archivio con parole sulla tattica quasi poetiche da parte dei commentatori, ma parole che lasciano il tempo che trovano: calcio posizionale o calcio relazionale.

Per calcio posizionale il sistema di gioco prevede l’occupazione di posizioni e spazi specifici da parte dei calciatori in campo, che devono misurarsi nella zona, dal punto dove si trovano compagni e avversari, cercando di andare avanti per cercare la profondità, lo spazio, senza mai perdere il controllo del pallone.

Per calcio relazionale, soprattutto per chi commenta calcio più che per gli allenatori, ci si riferisce ad un sistema che preveda il gioco attraverso il possesso pallone, senza tenere conto dell’occupazione fissa di spazi e posizioni alla ricerca della superiorità numerica in ogni zona del terreno di gioco.

Le idee del calcio moderno sono antiche. Gli allenatori pensano sempre a qualcosa di diverso perché in ogni campionato o manifestazione europea e mondiale  crollano  i gol: 71 realizzati, ma le reti dei centravanti sono tre di Kane con l’Inghilterra e tre di Mikautadze della Georgia. A far compagnia ai  bomber ci sono due trequartisti, Dani Olmo della Spagna e Musiala della Germania. Dieci sono gli autogol. Tante delle altre reti arrivate da tiri da fuori area rappresentano circa il 40%.

In questo Europeo 24 la differenza è stata fatta, come previsto e prevedibile, non solo da calciatori “esecutori di schemi”, ma anche grazie alle loro caratteristiche in ossequio ai dettami tattici. La differenza è stata fatta da giocatori proprietari di dribbling con tecnica precisa in rapidità di esecuzione, con ripetute velocità di spostamento, con azioni con o senza pallone. Una variegata capacità di decisione tattica: il film della Spagna non solo nella gioventù e nel cuore del gioco.

Rispetto al passato, anche lontano, la famosa Piramide inglese è resistita in Germania all’Europeo: 5-3-2 in fase di non possesso, 2-3-5 in quella di possesso, cioè le tre linee che ancora dividono  il calcio attuale.  Senza dimenticarsi di tutte le variabili del 4-4-2, collegate al risultato. L’Europeo è andato sempre in prima pagina con la Spagna e si è visto che l’equilibrio non viene dallo schema, ma dagli uomini che si hanno a disposizione.

L’equilibrio è il sacrificio di adattare lo schema agli uomini. Se non c’è equilibrio non c’è vero calcio, ed essere equilibrati non basta per vincere. Per vincere tutte le gare la Spagna si è dovuta affidare agli uomini di centrocampo aiutati dai difensori e ai ragazzi della Generazione Z sulle corsie laterali supportati in continuazione dalle sovrapposizioni dei terzini o esterni. Fonte di tutto il dribbling e la velocità che difficilmente può stare dentro gli schemi studiati alla lavagna.

Tra le caratteristiche di questo Europeo ci sono stati i gol da fuori area. Sono più di 25, di cui 15 nella fase a gironi. Senza dimenticarsi degli autogol, ben 10. Perché tante reti da fuori area?

È stato un tirare da fuori per l’ossessione, per la logica del calcio attuale vittima del passaggio? I gol sono arrivati per situazioni da dominio della squadra più forte tecnicamente che occupava con tutti i giocatori di movimento la metà campo avversaria? Sono dovuti alla presenza di tanti calciatori sopra la linea del pallone, così da costringere gli avversari ad abbassarsi? Oppure sono frutto di un recupero alto del pallone con il pressing ultra offensivo, cogliendo impreparati gli avversari impegnati per iniziare il possesso, in particolare dal basso?

E, ancora, perché così tanti autogol? A cosa sono dovuti? Colpa delle difese sotto rete? Di sicuro la sfortuna non ha inciso in tutti i 10 gol incassati. Alcuni si potevano evitare anche se in situazioni di emergenza. Si è trattato di essere non stimolati per la cura dell’impostazione tattica della difesa? Tanti giocatori in area di rigore per la presenza di giocatori tecnici hanno aumentato la possibilità di tocchi goffi e sgraditi?

Sicuramente gli specialisti del dribbling, tipo Nico Williams, hanno condizionato parecchio l’atteggiamento di intere difese, non pronte a contrastare i palloni velenosi messi nel mezzo.

Tornando al quadro generale, però, EURO 2024 si è segnalato poco per lo spettacolo in campo. Solo alcune partite hanno divertito e qualcuno si è addormentato sugli spalti con la birra in mano. Le gare sono rimaste in equilibrio e gli episodi, i tiri da fuori alla “Pinturicchio”, gli autogol sono stati protagonisti.

Come diceva Franco Ferrari all’Università del calcio di Coverciano, la competizione ha confermato che “il passaggio laterale prepara, ma è la verticalizzazione che decide“. Operazione che il passaggio all’indietro annulla. Lo sviluppo veloce di tempo e spazio porta i risultati, in particolare se i movimenti vengono fatti senza pallone.

In una partita si cerca la tattica, meno gli uomini, ma sono la follia calcistica e la tenacia nei suoi mezzi che confezionano tiri e gol, risultati, spettacolo.  

Insomma, le stelle sono mancate in questo Europeo. Su tutti CR7, Lukaku, Mbappè e altri. A brillare sono stati i gregari con la grinta e la corsa, aspetti che potrebbero illudere molte squadre di club: possono reggere a quei ritmi per quante gare?

La stella è sicuramente il più vecchio di tutti, Pepe del Portogallo: a 41 anni ha dimostrato come si comanda una difesa con grinta e posizione. Altra considerazione positiva il play spagnolo Rodri: dove c’era il pallone, c’era lui.

Le stelle sono la Generazione Z: Musiala della Germania; il più giovane della competizione Yamal, 17 anni sabato scorso, assieme all’amico Nico Williams; e poi Dani Olmo, tenuto in panchina fino all’infortunio di Pedri.

Per chi sta facendo voli pindarici sull’utilizzo di altra gioventù nei campionati europei bisogna ricordare che tutti e quattro sono reduci dai campionati principali dei propri paesi e da gare europee.

C’è curiosità se l’andamento arbitrale e del VAR visto durante l’Europeo sui contatti e falli  di mano sarà rivisti anche nel campionato italiano. Le interpretazioni differenti e discordi tra Europeo e Coppe Europee saranno difficili da digerire nella prossima stagione calcistica italiana. Il VAR a EURO 2024 è intervento pochissimo, davanti alla tv ci sono state solamente due o tre chiamate. L’Europeo delle invasioni di campo nascoste dalla tv.

 Adesso tutti a preparare il Campionato italiano 2024/2025. Cambierà poco tatticamente. Il 3-5-2 sarà sempre padrone sostituito dal 5-3-2 in caso di vantaggio. Questo perché il 3-5-2 funziona quando gli esterni si propongono sia in fase di appoggio e di inserimento sia nel fornire cross trancianti dalle linee laterali, ma soprattutto perché in questo sistema è fondamentale il gioco dei centrocampisti. Spagna docet, pur giocando sempre con il 4-2-3-1: dal comportamento dei centrocampisti dipenderà il carattere prevalentemente offensivo o difensivo.