A margine dell’allenamento che si è svolto questa mattina a Moena, Alberto Gilardino, tecnico del Genoa, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport: “E’ sempre qualcosa di entusiasmante quello che ci dà il nostro pubblico, la nostra gente. E’ autentico e passionale. Sia nel nostro stadio che fuori casa, l’anno scorso ci hanno dato tanta spinta. Quest’anno siamo già a 20.000 abbonati e in Val di Fassa c’è un bellissimo seguito: è un bel momento per il Genoa, è stata una bellissima stagione quella passata e stiamo mettendo le basi per il futuro”.

Ora però i tifosi sognano: mettono più pressione loro o i dirigenti?

“I dirigenti sicuramente di più (ride, ndr). I tifosi è normale che sognino ed è giusto così, ma dobbiamo farlo anche noi e la squadra. Credo che sognare non costi nulla. Dobbiamo ripartire da quello che abbiamo creato la scorsa stagione. Rispetto allo scorso anno partiamo con una base di giocatori e un’ossatura più completa. Ieri è rientrato Malinovskyi e il 29 rientreranno Retegui e Vasquez. La base è solida non solo sotto l’aspetto tecnico, tattico e fisico, con i ragazzi che si sono presentati in maniera eccellente al raduno, ma anche sotto il punto di vista umano. E’ quello che abbiamo cercato di creare all’interno dello scorso ritiro e quello che stiamo cercando di creare ora. Da una base solida a livello umano tiriamo fuori tutte le qualità dei ragazzi”.

“Campo con linee tratteggiate? Queste cose a voi giornalisti piacciono moltissimo (ride, ndr). Non c’è nulla di scientifico o strano. Servono per dare un aiuto mentale di riconoscimento ai giocatori: per le aree di rigore, per quando si lavora sulla linea difensiva e sullo scaglionamento offensivo. Grazie a queste linee andiamo a lavorare sul campo e abbiamo dei riferimenti. E’ normale che in partita sarà diverso, ma dal punto di vista visivo durante l’allenamento può essere d’aiuto. Le ho fatte tratteggiare all’inizio del ritiro e rimarrà così per tutto il tempo”.

Si aspettava di rivedere Gudmundsson in ritiro?

“Sì, la società con me era stata chiara: ad oggi è un giocatore del Genoa, si allena ed è un professionista. L’altra sera gli ho chiesto se è felice qui e lui è molto felice. Vedremo gli sviluppi delle prossime settimane, ma al momento ce lo teniamo stretto e crediamo in lui. Gli altri elementi importanti della rosa? E’ normale che avere giocatori di qualità e che fanno differenza all’interno delle partite per un allenatore è indispensabile. Sono poi anche scelte societarie, ma per quanto mi riguarda e per quanto mi dice la società parlando quotidianamente loro sono del Genoa. Ad oggi Gudmundsson ce l’ho a disposizione, ma quando avrò a disposizione Vitinha – che rientra a breve – e avrò Retegui li allenerò come ho fatto la scorsa stagione. E’ normale che avere un materiale tecnico di questo tipo è stimolante”.

Com’è stato l’impatto di Zanoli?

“Per quanto riguarda la corsia di destra abbiamo un giocatore molto affidabile come Sabelli, che ha fatto un campionato straordinario. Siamo riusciti poi ad arrivare a Zanoli: ha grandissima prospettiva, è un giocatore giovane con grandissime potenzialità e crediamo in lui e nelle sue qualità. Ha il desiderio e la volontà di fare una grande stagione. Il portiere? In questo momento ne ho affidabili come Leali, Sommariva e Stolz. E’ normale che in quel ruolo ne stiamo cercando uno con caratteristiche importanti. Per me e per la squadra diventa indispensabile avere un giocatore con quelle caratteristiche, valutiamo nei prossimi giorni. Mi auguro che possa arrivare il prima possibile perché si avvicina sempre di più la data della prima partita ufficiale in Coppa Italia e poi in campionato. Ho avuto la fortuna di avere due portieri importanti come Semper e Martinez, poi ho scelto io di far giocare Josep in un momento della stagione. Da lì abbiamo costruito quanto tutti sanno e hanno visto. Abbiamo cercato di creare in base alle caratteristiche dei giocatori determinati sviluppi di gioco. Portieri con le caratteristiche di Martinez non è semplice trovarli: ne cerchiamo uno affidabile per la categoria, che sappia parare e anche giocare con i piedi. Non è semplice e lo sappiamo, il direttore e la società sanno quale è la mia volontà”.

Quanto si sente cresciuto lei?

“Mi piace imparare, studiare e mettermi a disposizione della squadra in qualsiasi situazione, quindi è una continua voglia di migliorarsi. E’ uno stimolo che cerco quotidianamente. Allo stesso tempo voglio cercare di sollecitare lo staff. Da quando sono arrivato in prima squadra ad oggi è stata una prospettiva incredibile e importante, non avrei mai pensato di allenare il Genoa, vincere un campionato, confermarmi in Serie A e oggi trovarmi qui. Grazie a queste caratteristiche che ho cercato di mantenere nel tempo, soprattutto con perseveranza anche  grazie all’esperienze anche in categorie inferiori non semplici, ci sono riuscito. La base di tutto è la squadra e sono i ragazzi, fanno la differenza e quando ti danno tutto fanno sì che i risultati arrivino e riesci a creare un gruppo importante“.

Frendrup e Vasquez rimarranno?

Questo ve lo deve dire la società, è normale che per me sono giocatori del Genoa e il desiderio è che rimangano qui con noi e facciano un’altra stagione. Sono felice per il lavoro svolto da parte mia e dello staff, che ringrazio pubblicamente. La crescita esponenziale di alcuni giocatori nel lavoro quotidiano e nella voglia di sacrificarsi, di fermarsi e migliorarsi. Poi arrivano i risultati. Questa è una politica che questa società ha nel DNA, vuole portarla avanti in futuro, nella valorizzazione dei giocatori e dei giovani. Noi dobbiamo pensare a lavorare con grande entusiasmo e farci trasportare dal nostro pubblico“.


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