Della partita con il Mantova ne abbiamo scritto nella cronaca. Da aggiungere che tutto quello visto negli allenamenti si è visto nelle due amichevoli. Il primo obiettivo, in particolare nei primi tempi, è quello di aprire il più possibile gli avversari, cercando di non consentire di fare il proprio gioco. Bene l’intensità, ma anche la gestione del possesso secondo un dispositivo consolidato nel tempo e rischiando poco.
Il Genoa di Gilardino nelle due amichevoli giocate ha dato ormai l’impressione di essere in grado di determinare e controllare il contesto intorno a sé. Le due amichevoli giocate e vinte – aspetto, quest’ultimo, che fa sempre bene – non sono state con il Roccapepe ma con due squadre attrezzate nel provare a fare il loro gioco. Questa condizione di buon controllo da parte del Vecchio Balordo è stata rintracciabile in tutte le fasi di gioco: massimo sforzo in fase offensiva, costruendo azioni da gol, e altrettanto in fase difensiva, dove chiunque giochi i principi generali della tattica nel difendere la propria porta non cambiano.
Bene il lavoro sulle corsie laterali, bene il centrocampo dal cui comportamento si è sviluppato un gioco offensivo. Unici nei contro i lombardi tra i sette metri di porta per i due gol incassati. Tutti i calciatori sono convinti che il lavoro sarà utile durante la stagione e tutto sarà ancora più efficace quando aumenterà l’intensità.
La forza di Gilardino è il suo staff ed è quella di essere capaci di trasmettere le proprie nozioni e i propri convincimenti indicando le positività e gli errori più comuni per non ripeterli. E i giocatori sembrano valutare con interesse il loro comportamento. Quello scritto a Coverciano lo chiamano il “principio della convinzione“.
Altro principio visto a Moena è quello della “partecipazione attiva“. Nessuno in campo e fuori è esecutore passivo. Tutti sono – e vogliono essere – protagonisti e tutto quello fatto viene riconosciuto come utile per le finalità specifiche di schema e tattica che vanno eseguite in un certo modo.
I calciatori non sono dei robot e Gilardino è contento quando azioni di attacco o di difesa, con o senza pallone, sono da risolvere sul campo a seconda delle situazioni. Il Vecchio Balordo ha vissuto un ritiro quasi magico, ora i rossoblù devono raggiunger il top della condizione fisica. Ma tutti hanno stimoli e ambizioni, basta aver seguito le interviste e aver visto la compattezza tattica.
Le modifiche di Gilardino, anche se poche, hanno dato forza, equilibrio, ritmo. Le partite per Gilardino e lo staff, con la rosa a disposizione, non verranno risolte dalle scelte tattiche iniziali. Spesso la differenza sarà fatta nel cambiare in corsa.
Gli allenamenti e le due gare giocate con Venezia e Mantova hanno mostrato una squadra compatta, pronta allo spirito di collaborazione, dotata di buone risorse fisiche e agonistiche.
Tutto migliorerà con un pressing continuo e determinato, senza dimenticarsi dei raddoppi, del coprire bene gli spazi, del marcare con decisione e dell’arare le corsie laterali.
Ciao Moena! Si torna al caldo, al Pio Signorini. In molti chiedono se ci sarà un allenamento a porte aperte al Pio per permettere ai meno fortunati di vedere il nuovo Genoa.
Genoa 3-2 Mantova, il Grifone termina il ritiro con una vittoria. A segno Ekuban e Frendrup