Alessandro Vogliacco, autore del primo gol della stagione di Serie A e della prima rete stagionale del Genoa, è intervenuto ai microfoni di Radio TV Serie A ritornando sulla gara d’esordio e sulla prima rete tra i professionisti. Un po’ di gol me li sono mangiati, ero diventato un meme nello spogliatoio e i compagni mi prendevano in giro, ma sono contento il primo sia arrivato in una partita così speciale – ha spiegato Vogliacco – Se lo avevo sognato così il mio primo gol? Ho provato ad immaginarlo, l’ho sognato per tanto tempo, ma non puoi immaginare l’emozione quanto sia grande. In tribuna c’era la mia famiglia, era un momento delicato per la squadra e per tutto l’ambiente genoano. Sonos Tati un’emozione e una liberazione incredibili. Lo sognavo così bello e l’emozione me la porterò dentro per tutta la vita”.

“È stato un gol d’istinto, di voglia – ha proseguito Vogliacco nel parlare della sua rete – Diciamo che devi un po’ sperare che gli avversari ti lascino qualcosa: sicuramente ho avuto fortuna, la palla è rimasta lì e appena l’ho vista, con tutto il desiderio di fare gol, l’ho spinta in porta. Anche la traversa mi ha un po’ aiutato. Per fortuna ce l’ho fatta. Dopo non sapevo come esultare, tutto è stato vissuto sul momento, infatti mi sono ritrovato dalla Zena alla Nord e neanche so come ho fatto – racconta sorridendo Vogliacco – Ci tenevo a dedicare il gol a mio fratello, che mi è stato vicino prima della partita e ci teneva tantissimo, e poi a mia moglie, a mia figlia e a mia cognata che mi danno sempre sostegno. Ho fatto quel gesto sotto la Nord: era un momento delicato per tutto l’ambiente e la squadra. Siamo molto legati e quindi ci tenevo a far sentire la vicinanza della squadra ai nostri tifosi“.

Si tocca anche l’argomento derby il prossimo 25 settembre: “Non l’avevo mai vissuto, manca più di un mese e già si parla solo di quello. Per fortuna o purtroppo ci sono ancora un po’ di partite, quindi ci sarà modo di pensarci e prepararlo. Genova vive davvero di calcio, da entrambe le sponde, però i Genoani ci tengono tanto e faremo di tutto per renderli felici. La richiesta più strana che mi hanno fatto? Ieri al supermercato due o tre signori mi hanno fermato dicendomi: “Bel gol, ma mi raccomando il 25…”. Sono sicuro che sarà, a prescindere da tutto, una bellissima giornata per la città di Genova. Che sia una vittoria per la città di Genova”. 

Si torna anche su Sinisa Mihajlovic e sul legame che il difensore rossoblù aveva con il proprio suocero, papà della moglie Virginia: “Il primo ricordo che mi viene in mente era che parlavamo tantissimo di calcio, entrambi avevamo degli sfoghi sul calcio essendo nello stesso mondo. Più che sul gol, mi immaginavo la prima partita da avversario. Lui mi diceva sempre: “Continua a fare bene, mi raccomando, che un giorno ti prenderò nella mia squadra”. Più che sui gol, lui ci teneva che dessi l’anima e incarnassi un po’ i suoi valori in campo. Mi ha insegnato questo, ad essere leale, a non rubare niente agli altri per emergere e dare sempre tutto, dare sempre il cento per cento. Provo ad essere almeno un 5% di quello che era lui come persona. Spero che mio figlio prenda un po’ del suo carattere visto che ha un nonno speciale”. 

foto TanoPress

Si parla anche della recente partenza di Retegui e Gudmundsson e di come la squadra abbia vissuto e metabolizzato queste due cessioni: “Provi un po’ a lasciare fuori le voci e provi a concentrarti, ma indubbiamente sono due ragazzi che l’anno scorso e in questi anni ci hanno dato tanto e per noi erano importanti. Un po’ però ci responsabilizza, abbiamo una società e tifosi da difendere e tutti si sono presi qualche responsabilità in più. Sapremo di sicuro sopperire alla loro assenza con ancor più gioco di squadra. E poi sono arrivati Pinamonti, che è un giocatore forte che ci darà una mano, e ci sono già ragazzi come Vitinha ed Ekuban (e tutti i ragazzi che già ci sono) che sapranno sopperire alle loro assenze”. 

Su mister Gilardino, sia come allenatore sia come persona fuori dal campo: “Anzitutto è una persona per bene, ci fidiamo di lui e lo seguiamo in tutto. Se ci chiede “A”, facciamo “A”. Se ti fidi del tuo allenatore, lo segui in tutto e per tutto. Come allenatore cura i dettagli e prepara benissimo le partite, provando sempre ad aggiungere qualcosa mese per mese. Stiamo crescendo molto e lui sta crescendo tanto con l’esperienza. Siamo contenti di averlo. Di base, però, è una persona per bene e questo è già tanto”. 

Vogliacco viene interrogato anche su quello che potrà essere l’obiettivo del Genoa quest’anno, con un rimando anche alla possibilità che qualche pensiero possa essere rivolto anche ad un piazzamento europeo: “Nel mio cuore ho il sogno di vedere il Genoa in Europa, però – è brutto e scontato dirlo – bisogna tenere i piedi per terra e lavorare con umiltà. Dobbiamo restare umili, coi piedi per terra: dovremo battagliare perché il percorso è lungo, ma ci teniamo ad essere protagonisti e, indipendentemente da dove arriveremo, vogliamo dare filo da torcere a tutti. A fine anno tireremo una linea. L’anno scorso abbiamo fatto un gran campionato e l’obiettivo è ripeterlo, se non aggiungere qualcosa in più di settimana in settimana”. 

Infine, un pensiero sul campionato, sulle avversarie e su quale attende con più desiderio di affrontare: “Quest’anno molte squadre credo si siano rinforzate. A Napoli è arrivato Conte, la Fiorentina e la Juventus si sono rinforzate. Ma tutte le squadre si stanno rinforzando. Sarà bello andare a vedere come lavoreranno le nuove squadre e sarà bello confrontarsi col campionato. Nella mia famiglia, che oltre ad essere barese e tifare Bari, tifa anche Juventus: per questo motivo sarà bello giocare contro la Juventus. Il cugino di mio nonno (Antonio Vojak, ndr) è stato una leggenda di Juventus e Napoli, infatti il mio cognome originario era Vojak. C’è anche una stella allo Juventus Stadium col nome “Antonio Vojak”. Sarà speciale affrontare la Juventus”. 


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