Superato un esame non facile con Israele, sempre in partita fino al 90′ di gioco. La paura di Spalletti prima dell’incontro con Israele era che potesse essere una trappola come successe con Svezia, Macedonia del Nord e Svizzera.
Invece no, la vittoria contro Israele, squadra bene organizzata e tosta, ha confermato la rinascita del gruppo azzurro. Con Israele occorreva un altro indizio per continuare a sperare dopo quanto visto contro la Francia venerdì sera. Due indizi non sono una prova, ma il nuovo spartiacque tattico voluto da Spalletti può dare delle soddisfazioni. Per adesso in Nations League gli Azzurri guidano la classifica con 6 punti, Francia e Belgio a 3.
La giovane Italia sfacciata e libera da preconcetti è piaciuta, pur cambiando cinque calciatori rispetto alla gara francese e facendo tesoro da parte del ct degli errori dell’Europeo di giugno. È anche un segnale mandato al campionato che ripartirà venerdì: fidarsi e utilizzare i giovani italiani.
Spalletti non poteva sbagliare l’esame istraeliano pur ambiando molti elementi rispetto alla gara con i Bleus: in questo momento giocare ogni tre giorni è difficile e Spalletti anche da allenatore di club non ha voluto mettere a repentaglio i muscoli dei giocatori.
In conferenza stampa aveva detto: “non abbiamo dei “purosangue” in squadra che possono fare la differenza. Ne abbiamo tanti che sanno adattarsi, che si sacrificano, che possono aiutare con la loro qualità“. Ha lodato soprattutto Tonali, che “aiuta tutti perché sa fare tutto“.
Tutto quello visto contro Francia e Israele: tatticamente difendere a tre e attaccare nel cuore del gioco a quattro, con Bastoni che ha giocato alla Calafiori aggiungendosi ai centrocampisti. La differenza tra i due c’è stata, ma il centrale dell’Inter non ha sfigurato.
Spalletti da allenatore preparato ha messo in campo una delle peculiarità del gioco di Simone Inzaghi, ossia Bastoni e Dimarco sulla corsia sinistra. Sulla destra la nazionale azzurra ha patito di più considerato che era la prima volta che giocavano Buongiorno e Bellanova, anche se arrivavano tutti e due dallo scorso campionato del Torino di Juric, ma con l’utilizzo di Buongiorno più baluardo centrale della difesa del toro.
Piaciuta poi l’impostazione dal fondo anche con il pressing ultra offensivo degli avversari, giocando senza paura e facilmente.
È stato difficile alzare il baricentro nel primo tempo contro avversari che difendevano in modo ordinato cercando subito le ripartenze. Poi lo squillo del solito Frattesi, al settimo gol in azzurro, imbeccato da Dimarco, ha sbloccato la partita.
Il centrocampo era mobile, con Ricci è più veloce di Jorginho e le due mezzali Tonali e Frattesi, centrocampisti universali, pronte ad inserirsi, con l’aiuto di Raspadori che da falsa seconda punta li sostituiva quando attaccano l’area. Tutto ciò ha messo in crisi il gioco della nazionale israeliana in fase di non possesso. Tutto ciò però non ha sfruttato come tante altre volte il lavoro del centravanti, Kean, mai servito: solamente su un tap-in è riuscito a fare gol.
La seconda vittoria degli Azzurri permette loro di fare un importante passo in avanti non solo verso le finali di Nations League, ma verso un altro obiettivo: ipotecare un posto tra le teste di serie al sorteggio per le qualificazioni del prossimo Mondiale.
Perciò nelle prossime gare di Nations League il 10 ottobre in casa contro il Belgio e il 14 ottobre (sempre tra le mura amiche) contro Israele è atteso il terzo indizio per fare la prova che la giovane Italia di Spalletti può avere un futuro.
I tifosi italiani presenti nella gara giocata in Ungheria si sono girati di spalle durante l’esecuzione dell’inno israelita. La RAI invece a momenti per dare pubblicità perdeva l’inno di Mameli e durante la partita si è giocato più al Lotto con Lele Adani, la Treccani del calcio, nel dare i numeri di modulo in continuazione per entrambe le squadre. Meno male che la gara era in TV, visti i lunghi commenti: in radio non sarebbero mai stati in partita.
Nations League | L’Italia supera anche Israele. In gol Frattesi e Kean