Quarta giornata di campionato che ha nelle ruote la nuova Champions ed Europa League in partenza da stasera. Napoli in testa alla classifica per una notte. Dopo il lunedì di calcio in cima alla graduatoria trovi l’Udinese con la scoperta dei Pozzo non sul campo, ma in panchin . La notizia, ammesso che lo sia, è che dopo 4 giornate nessuno è a punteggio pieno. In fondo trovi il Venezia, un punto su 12 a disposizione e ai margini della zona rossa Roma e Fiorentina che non hanno ancora vinto una partita.
Tanti i problemi al VAR. Non solo sui campi. La reggia di Lissone non regge tutte le gare in programma tra Serie A e Serie B. Otto minuti di recupero in Como-Bologna, sette in Genoa-Roma. In Serie B per Salernitana-Pisa due ore e mezza di ritardo per l’inizio della gara visto che si erano dimenticati di mandare in loco il VAR. Oltre a tutto ciò, i soliti arbitraggi dei soliti noti, in particolare Pairetto che poteva punire l’Inter di Inzaghi se avesse applicato una norma del vantaggio lampante. Nel mirino la presunta testata di Pellegri a Gatti in Empoli-Juventus: il VAR non è intervenuto giustamente visto che il difensore della Madama è svenuto dopo 2′.
La riunione tra arbitri e allenatori di Serie A della scorsa settimana con i titoloni “basta perdite di tempo e stop al calcio violento e falloso” non ha avuto alcun effetto. In particolare per la perdita di tempo nonostante i cinesini per terra al posto dei raccattapalle. Sono le riprese del gioco dal fondo campo che non fermano l’orologio come le uscite dal campo durante le sostituzioni se la squadra è in vantaggio: al Ferraris Dybala quando è stato sostituito per uscire ci ha messo un minuto e mezzo.
A Cagliari quasi dieci minuti di stop per “casini” tra i tifosi di casa e quelli napoletani. La Lega che proibisce di far vedere immagini di incidenti per tutto il tempo. Per dieci minuti ha inquadrato donne e bambini, mentre sui social non in diretta, ma quasi, già viaggiavano le immagini degli incidenti filmate dai telefonini. L’informazione per la Lega, non per DAZN o Sky, è ciò che si mette nelle teste di chi segue il calcio per tenerle vuote.
Totti si è lamentato che lui, Del Piero e compagnia, grandi campioni, sono di peso nelle società di calcio professionistiche. Sbagliati i tempi della dichiarazioni del Pupone: il giorno dopo Chiellini, la serietà in persona, è diventato nuovo dirigente della Juventus. Veniamo alle partite.
Como-Bologna 2 a 2. Il Como di Fabregas ha sollevato un fumo che ha spaventato il Bologna di Italiano fino al 46’ del secondo tempo, quando solo una perla di Iling Jr subentrato dalla panchina ha salvato il Mister petroniano che non riesce a trovare il bandolo del gioco e in ogni gara combatte con le vedove di Thiago Motta. Il Bologna trema in vista delle gare di Champions. Fabregas: l’usato sicuro, serve ma bisogna farlo giocare per 100’ di gioco, altrimenti non serve…
Empoli-Juventus 0 a 0. Altro pareggio di Thiago Motta paragonato allo spirito di Allegri: prima non prenderle, difesa vergine ma attacco anemico. Il Thiaghismo funziona meglio con i giovani. Thiago deve gestire dopo gli ultimi arrivi Douglas Luiz, Conceicao, Koopmeiners, Nico Gonzales e capire se il suo gioco, tutto movimento senza pallone, può attecchire. L’Empoli di D’Aversa ha festeggiato il 38° anno della storica prima partita in Serie A mettendo sotto scacco la Signora e rischiando anche di vincere sul finale di gara.
Milan-Venezia 4 a 0. Non c’è stata partita dopo l’harakiri del portiere lagunare Joronen, protagonista negativo su tre dei quattro gol subiti. Una gara senza storia che non deve far fare voli pindarici a Fonseca. A. San Siro tutti si chiedevano: la squadra nelle altre gare non giocava contro l’allenatore o contro Ibrahimovic, assente ultimamente? Vista la gioia di Theo Hernández al gol e quella di Leao, che hanno abbracciato il Mister dopo l’assist di tacco (per fare dimenticare la protesta del cooling break lontano dalla squadra all’Olimpico) la squadra non giocava contro il tecnico. Troppe le fragilità messe in campo dal Venezia che preoccupano Mister Di Francesco per la notte fonda di San Siro.
Atalanta-Fiorentina 3 a 2. Gasperini sa vincere, Palladino ancora a secco no. L’ultimo alibi, ossia la mancanza di Gudmundsson, sta per sparire. Palladino cerca di mettere in crisi la Dea, ma la differenza è che la squadra di Gasp sa armonizzare le due fasi di gioco, la Viola invece no. Se attacca, si sbilancia e Lookman al rientro dopo le bizze lo ha fatto vedere negli spazi gigliati.
Torino-Lecce 0 a 0. Aspetti il Toro con i tifosi granata sicuri di sorpassare la Juventus, invece si scopre il Lecce di Gotti che ritrova Krstovic dopo le sirene del mercato. Risultato ad occhiali che sta stretto ai salentini. La squadra di Vanoli che aveva impressionato nelle prime tre di campionato salvata solo dal portiere Milenkovic. Gotti non ha permesso a Vanoli di fare il gioco visto nelle altre tre gare, geometrico e propositivo.
Cagliari-Napoli 0 a 4. Risultato bugiardo per gli uomini di Nicola che hanno dominato la gara, ma incassano quattro gol. Per Nicola difficile trovare il gol. Conte riporta il Ciuccio alla terza vittoria consecutiva e si prende la testa della classifica. Subito per molti commentatori la squadra di Conte sarà l’anti-Inter. Potrebbe essere considerato che tra quelle che dovrebbero essere in testa alla classifica non giocheranno nessuna competizione europea. La differenza tra Cagliari e Napoli: 19 tiri in porta dei sardi, 5 in porta; 13 dei napoletani, 5 tiri in porta, 4 reti.
Monza-Inter 1 a 1. Nesta spaventa Simone Inzaghi. Biscione salvato non solo dal gol di Dumfries nella vecchia zona Cesarini, ma soprattutto da Pairetto di Nichelino che non applica la norma del vantaggio con Pessina tutto solo davanti a Sommer. Inzaghi non fa turnover in attacco, ma lo fa a centrocampo e la differenza si è sentita al Brianteo. Nesta gioca per difendersi trova un gran gol di Mota Carvalho e approfitta degli spazi lasciati dai nerazzurri.
Parma-Udinese 2 a 3. Ducali in vantaggio per 2 a 0 sicuri della vittoria con Pecchia che non ha voluto chiudere il suo calcio al lambrusco, pieno di bollicine, con qualsiasi cosa di più fermo ed è stato punito, in particolare dopo il rosso a Keita al 75esimo, dal oressing alla tedesca. In quattro giornate mister Runjaic con Thauvin ha fatto dimenticare Samardzic. Al suo arrivo tutti scrissero o dissero “ma chi è Runjaic?“.
Lazio-Verona 2 a 1. Tutto nel primo tempo. Marco Baroni con le piccole del campionato, dopo Venezia e Verona, ha preso atto degli addii di Immobile, Felipe Anderson e Luis Alberto cercando di restaurare la squadra di Lotito. Non è stata un’altra impresa come successe contro i lagunari, occorre altro esame dopo quello fallito a Udine. Il Verona del fiuto di Sean Sogliano si è svegliato tardi.
Genoa-Roma 1 a 1. Si attaccano a tutto i romanisti e la loro corte di stampa non solo a Roma. Piangono per il presunto rigore non concesso a Dybala. Senza le strisce per terra del VAR le moviole si inventano la posizione regolare prima del gol giallorosso. Posizione irregolare segnalata dal primo assistente, l’unico in linea con l’episodio. A parti invertite il gol sarebbe stato assegnato? Il rifiuto di Dybala per i soldoni del deserto lascia in ambasce De Rossi che sbaglia tutti i cambi, abbassa il baricentro, gioca con una difesa a cinque e permette al Vecchio Balordo di andare alla carica.
Piace il Genoa di Gilardino anche se gli esteti del calcio – basta vedere le pagelle nazionali – fanno solamente i paragoni tra il primo e secondo tempo. Non è una beffa per la Roma il pareggio di De Winter, sarebbe stata al contrario una presa in giro il mancato pareggio per quello fatto vedere nei 100’ minuti di gioco. Altra prova di maturità dei rossoblù a quarti, anche se non sono mancati momenti di sofferenza nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Il Grifone di Gilardino ha carattere, sa sempre cosa fare. Tutti lavorano per la squadra, giocano uno per l’altro e devono continuare così anche nella prossima tappa che non dovrà essere in gondola.