Pareggio che sta stretto al Genoa e al nuovo allenatore Vieira. È ben contento Didi Nicola per il risultato raggiunto con due massime punizioni dubbie. Tutti a fare analisi su cosa SIA cambiato da GiLardino a Viera sul piano tattico, solamente il numero del modulo in difesa da tre a quattro.

Anche per Gilardino dopo 17 giorni di sosta, oltre che essere riposati, sarebbe dovuto arrivare un indice di pericolosità maggiore creando, attaccando con più uomini e tirando di più tra i pali avversari.

Voltiamo pagina. L’operazione è riuscita bene con la squadra di Vieira che ha messo a segno sei tiri verso la porta sarda, aumentato il possesso pallone e attaccato con più uomini.

La strategia del nuovo tecnico genoano, al di là del numero di modulo, è stata ben organizzata con le molteplici posizioni in campo da parte dei calciatori.

Al di là dei numeri di modulo, giocare senza pallone e muoversi fa la differenza in questo calcio e nelle dodici gare giocate in questa stagione anche le presunte squadre della parte destra, attuando questo aspetto, hanno messo i bastoni tra le ruote a quelle della parte sinistra.

Sono piaciute le ripartenze da dietro del Vecchio Balordo cercando spazi, con pochi palloni lunghi e contropiedi veloci, un pressing (anche se non alto) aggressivo a centrocampo, molti uomini che accompagnavano l’azione per offendere dopo la transizione positiva dalle retrovie. Da migliorare le combinazioni di gioco nello stretto, gli incroci e le sovrapposizioni.

Bene Leali che ha recuperato un errore in ripartenza con due ottime parate, anche nel secondo tempo ha messo in corner un tiro pericoloso sardo.

Bene i terzini: in rosa sono tutti votati all’attacco, pronti alla corsa veloci nel recuperare sugli avversari, un po’ meno a difendere. Unico sacrificato Sabelli contro Luvumbo, un avversario particolare da non perdere d’occhio. Martin ha fatto più il difensore permettendo dalla parte opposta a Zanoli più alto di sprigionare la sua corsa.

Bene i difensori centrali bloccati dietro. Il rientro di Bani si è fatto sentire nella sua posizione quasi da libero, Matturro con la sua gioventù e esperienza l’ha tradito volendo fare corpo a corpo con il calciatore più forte dei sardi, ilm gigante Piccoli, col quale era meglio tentare l’anticipo.

Ottimi i centrocampisti centrali. Badelj regista illuminato, con posizione e pronto a passare il pallone sapendo a chi darlo. Frendrup la solita conferma box to box. Vieira avrà rivisto in piccolo quello che succedeva quando giocava nell’Arsenal con Gilberto Silva in regia e lui a fare il regista mobile, con Morten bravo nella fase di contenimento e pronto a partecipare alla manovra offensiva.

Gli esterni, non quinti: Zanoli uno stantuffo pronto però più a sfornare cross che a difendere. Miretti a sinistra, di piede destro, oltre il gol , sarà un toccasana. Ha messo in mostra tecnica individuale quando si inseriva verso il centro alla ricerca dell’assist o del tiro: un gol clamoroso mancato nel primo tempo e quello realizzato ne sono la prova.

Unico attaccante di ruolo Pinamonti pronto a ricevere l’assist, ad aprire varchi centrali, svariando molto per l’inserimento dei compagni. Sempre pronto a tentare la via della rete e reggere gli scontri oltre che sempre pronto a colpire di testa.

Questo è quello che abbiamo visto nei 100’ di gioco del Genoa dopo il cambio della panchina, un Genoa dove il numero di modulo non ha contato nulla. Vieira come tutti gli allenatori cerca ritmo, fluidità di manovra, creatività, movimenti da parte di quelli davanti.

Tutto dovrebbe migliorare vista la panchina a disposizione, tutti rientrati dai lunghi infortuni, eccetto Malinovskyi, Ekuban e De Winter pronto la prossima settimana. Tutto previsto dallo staff medico prima dell’ultima sosta. I rientranti hanno giocato poco, al massimo 20′ di gioco. In futuro per Vieira l’obiettivo sarà quello di inserire più qualità dal primo minuto di gioco. Balotelli ha giocato non più di 10′ e non ha ricevuto un pallone.

Parlando del Cagliari e di Nicola: bravo Didi nel cambiare tre volte durante la gara situazioni di tattica. Addirittura sotto di un gol gioca con il 4-2-4, però soffrendo molto le ripartenze genoane. Bravo Vieira a sostituire gli esterni e terzini con Vogliacco e Vasquez a chiudere le corsie laterali, costringendo Nicola a cambiare nuovamente la tattica con Viola dietro tre punte.

Una parentesi particolare sul giovane arbitro Sozza, con dispiacere perché si è guadagnato meritatamente con poche gare in Serie A i galloni da internazionale. In questa stagione ha più diretto in Europa che in Italia.

Sozza, non aiutato dal VAR in occasione dei due rigori concessi ai sardi. Nel primo aveva deciso meglio del VAR: chiamato dopo un’azione dall’altra parte del campo, è dovuto andare davanti al monitor.

Aveva visto giusto: Mina, un gigante, saltando sulle spalle di Thorsby aveva commesso un fallo che aveva sbilanciato il numero 2 genoano che doveva allargare il braccio per mantenere l’equilibrio, non andando mai verso il pallone. Sul secondo rigore, decretato dal direttore di gara e per il protocollo semaforo rosso per il VAR, non c’è stato lo “step on foot” su Piccoli.

Altra delusione da parte dell’architetto di Seregno non tanto perché è passato dal giallo al rosso per Viola, giustamente, ma perché, in occasione del recupero a fine gara, aveva segnalato 4’ di recupero. Durante il recupero, ha passato quasi 3′ per ricorrere al VAR, al 6′ di recupero ha fischiato la fine, tralasciando un tocco di mano al limite dell’area isolana: non era rigore, ma un calcio di punizione diretto ci poteva stare.

Buon lavoro Vieira! L’approccio è stato buono, capendo su quale materiale si potrà lavorare dopo soli quattro giorni con l’assistenza del vecchio staff del Genoa. Con la panchina vista contro il Cagliari la musica cambierà in positivo.