Durante la trasmissione Open VAR rilanciata da VivoAzzurro.tv e DAZN, che vedeva la presenza in studio di Mauro Tonolini, uno dei quattro componenti della Can A, sono state riproposte le immagini che hanno portato alla concessione del primo rigore in Genoa-Cagliari.
Un penalty che l’arbitro Sozza non aveva concesso a velocità di gioco (negli audio diffusi si sente che il direttore di gara dice subito “no, tutto attaccato. È in marcatura“). Poi il VAR Marini e l’AVAR Nasca lo richiamano ad OFR (On Field Review) proponendogli due inquadrature, di cui una delle due la super-slomo.
“Il rigore è corretto, non facile da cogliere dal campo per dinamica e posizione – spiega Tonolini – Bravi il VAR Marini e l’AVAR Nasca ad intervenire: Thorsby, di fatto, salta col braccio sopra la linea delle spalle, va a coprire spazio e intercettare il colpo di testa di Mina“. In studio Marco Parolo, ex Cesena e Lazio, si dice dubbioso nell’accettare queste dinamiche e si dice in difficoltà a capire queste valutazioni.
Tonolini risponderà: “Capisco dinamica e quanto si voglia intendere. Di fatto stiamo applicando parametri che recepiamo dal Regolamento, poi chiaro che i parametri vengono dati per cercare di restringere il range di soggettività. Col braccio così alto, sopra le spalle, il Regolamento ci dice di dare calcio di rigore”.
Nella medesima trasmissione passano anche le immagini di quella che viene definita l’autogiocata di Bani, a fine primo tempo, sul cross dalla destra del Cagliari. Viene specificato come non sarebbe stato rigore ugualmente anche se Bani avesse colpito direttamente col braccio perché le braccia, essendo in tuffo di testa e cadendo a terra, le braccia non sarebbe potute essere che in quella dinamica.
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