Prima domenica di Avvento per avvicinarsi al Santo Natale e il Genoa ha festeggiato bene con i tre punti importanti conquistati ad Udine. Obiettivo  del Genoa tornare a correre in classifica. È quanto si è riusciti a fare con la spinta del popolo genoano tornato in trasferta in massa in una trasferta difficile considerati i 1200 km avanti e indietro, fatti però con il sorriso sulle labbra.

Tre sono le vittorie del Genoa in questo campionato, tutte in trasferta. Sabato prossimo è arrivato il momento di vincere nel Tempio per accendere altre palline colorate di rossoblù sull’Albero di Natale. È piaciuto il Genoa in Friuli, anche se qualcuno metterà in discussione la vittoria perché frutto della scemenza di Tourè dopo tre minuti di gioco.

Anche in superiorità numerica, però, Vieira ha voluto vedere un Grifone coinvolto in un mix di intensità e aggressività con la squadra pronta al contrasto e verticale. Vieira non ha cercato altro modulo in Friuli, anche in superiorità numerica, ma ha cercato più elasticità. Il calcio non ragiona più attraverso i moduli: sono le interpretazioni dei singoli calciatori alle idee di gioco che sono proposte durante la settimana di allenamento.

La differenza si deve fare in quelle occasioni e Vieira ha dimostrato di saper governare i giocatori con i valori più tecnici seduti in panchina. Squadra coinvolta maggiormente nella manovra con più giocatori che attaccano il centrocampo e l’area avversaria.

Con il Cagliari, il tecnico francese in quattro giorni ha avuto delle risposte. La gara di Udine, invece, ha testato il valore della rosa a disposizione con l’altro mediano Masini pronto a sostituire i titolari. Tutti i moduli vanno bene se saranno collegati alle prerogative viste da tempo in casa Genoa: soffrire e faticare.

Il tutto è dimostrato dalle sostituzioni dopo 70’ di gioco. Si poteva arricciare il naso con Vasquez e Thorsby in campo già ammoniti, con  il pericolo di un direttore di gara, visto l’utilizzo dei cartellini, pronto a far giocare la gara in parità numerica.

Il coach francese e il suo nuovo gruppo non cercavano altre soluzioni per arginare la voglia dell’Udinese di non arrendersi. Con la panchina a disposizione era lecito prevedere  qualcuno che saltasse un avversario e creasse superiorità, non subendo e non patendo il 4-3-1-1 friulano.

Ha avuto ragione Vieira. Dopo aver sfruttato la corsa di Miretti e Zanoli, tenendo in ambasce le zebre con le loro percussioni, ha cambiato facendo entrare Vitinha per Pinamonti, bravo non solo per il quinto gol realizzato; Balotelli per Miretti, sempre a sinistra; Messias a destra per Zanoli. Operazione riuscita rigettando indietro i friulani.

Vieira è alla ricerca dell’equilibrio generale negli assetti che propone ed è pronto a cambiarli in ogni fase di gioco, senza mai dimenticarsi del mantenimento della possibilità di copertura reciproca in ogni circostanza. Non ci vuole un mago per capire che Messias, Balotelli, Vitinha e Pereiro possono fare la differenza in ogni momento della partita, specialmente quando le gambe di tutti iniziano a mollare.

Vieira è consapevole che dovrà essere la qualità a fare la differenza in questa classifica ristretta nella parte destra dove le vittorie contano il doppio. La difesa si avvicina alla superiorità del passato. Peccato il cartellino giallo al primo fallo in mischia  a Vasquez, che salterà la gara di sabato con il Torino. Pronto al rientro De Winter. Per Bani, regista difensivo, la speranza che siano solo crampi la causa dell’uscita dal campo. Adesso per l’eccellenza serve un altro sforzo in avanti. I numeri possono esserci con quelli in panchina, anche giocando con un minutaggio ridotto.

Balotelli ha giocato più di 15’, rincorrendo sulla corsia laterale l’avversario facendo vedere che la forma è in arrivo. Ha giocato tre palloni illuminando la scena: un esterno che ha lanciato Thorsby a centrocampo, altra giocata al goniometro  ad aprire il gioco e soprattutto, in occasione di un calcio di punizione diretto dai 35/40 metri, ha voluto il pallone e invece del lancio in area ha optato per tirare in porta.

Il direttore di gara e il suo primo assistente Mokhtar non dovevano avere l’apporto del VAR per vedere la gomitata di Tourè a Zanoli, tutto lo stadio se ne era accorto. Non  è piaciuta la gestione dei cartellini, quasi fosse in difficoltà per aver lasciato le zebre in dieci uomini dopo tre minuti di gioco, ammonendo Vasquez e Thorsby per falli di gioco con presunte braccia alte senza colpire l’avversario,  dimenticandosi di utilizzare cartellini quasi arancioni per le entrate da dietro di Ekkelenkamp su Thorsby e Davis su Miretti.

Genoano, cogli felice il regalo di questa vittoria. Canta come Eminem: “Ogni momento è un’occasione per dare una svolta”. Quella di sabato prossimo contro il Torino con l’aiuto di tutto il Tempio sarà davvero importante.