Il Vecchio Balordo ha rovinato il compleanno dei 125 anni del Diavolo pareggiando e mettendo in grave crisi la panchina di Fonseca. Per quelli che lasciavano il Meazza, il tecnico rossonero non è più giustificabile. Nel complesso, non è stata una notte magica sia per il Milan che per il Genoa.

La differenza è che i tifosi del Milan alla fine hanno cantato in coro: “Ci avete rotto i…palloni” e quelli del Genoa “vi vogliamo così” godendo solamente per il punto portato a casa  dopo lo spavento avuto prima di giocare visti gli altri risultati.

Il risultato contro il Milan è arrivato con un’altra prestazione di spessore in fase difensiva e nulla di fase offensiva. Poteva essere l’occasione giusta per mandare il Diavolo definitivamente all’inferno, ma il Genoa alla Scala del calcio ha confermato di essere il secondo peggior attacco del campionato.

Se in fase difensiva funziona il controllo e il marcamento dell’avversario con Bani e Vasquez, in fase di possesso difficilmente  il Genoa riesce a ripartire e giocare i palloni per il solito difetto atavico della mancanza di una mezzala in grado di costruire il gioco con un passaggio, il mezzo più efficace per svolgere un’azione offensiva senza sbagliare il tempo e  spazio.

Al Genoa difficilmente riesce di superare uno o più avversari con un passaggio e conquistare spazio e, soprattutto, difficilmente riesce di mantenere il pallone nella metà campo avversaria.

Se ci aggiungiamo che Zanoli e Miretti sono esterni sui generis, al povero Pinamonti tocca vivere la solita partita di stenti. Vitinha è entrato tardi, Balotelli apparso triste inquadrato quasi più di quelli che giocavano.

Intorno al 90′ di gioco il Genoa ha avuto una punizione dal limite e quasi tutto San Siro si aspettava la mossa a sorpresa dell’entrata di Balotelli e non di Norton-Cuffy. Per il Meazza poteva essere il calciatore deputato a calciare la punizione e portare via altri due punti al Diavolo. Leggeremo che al Milan sta stretto il pareggio per la traversa di Morata a porta vuota. Bravo Leali ha salvare il risultato con una sola parata. Maignan non ha fatto una parata. A momenti si confezionava un gol da solo per un passaggio arretrato di Thiaw.

Il Genoa quando è partito ha giocato di slancio provando a costruire delle possibilità e ha fatto paura a Gabbia e compagni, anche senza centrare la porta rossonera per errori di passaggio elementare di facile lettura.

Il “sistema di gioco” di Vieira e la dislocazione di base di giocatori con compiti singoli e collettivi fanno fatica, in particolare dalla metà campo in su.

I procedimenti tecnico-tattici consentono lo svolgimento efficace nelle azioni di difesa,  meno quello nelle azioni di attacco affidate solamente alle sgroppate sulle corsie laterali alla ricerca di cross. Quando anche questi mancano, è difficile vedere una parata del portiere avversario.

Il 4-3-3 di Vieira è improntato sulla sicurezza prima di tutto e il sistema appare con una sola freccia (Pinamonti). Per questo motivo le azioni di attacco dovrebbero essere affiancate  da almeno due calciatori sulle corsie laterali e dall’inserimento di due mediani. Operazione non facile trovare il modo di coordinare armonicamente le abilità di ogni singolo calciatore al fine di arrivare al gol, avendo poche possibilità di creare i principi di mobilità/imprevedibilità che sono quelli che possono creare le maggiori problematiche agli avversari.

In futuro Vieira, con la classifica più persuasiva, considerato anche il poco utilizzo dei cambi con la qualità a disposizione, si spera che su questa dislocazione di base apporterà dei cambiamenti tattici conformi ai giocatori a disposizione e agli avversari che si dovranno affrontare.

La carriera di calciatore di Vieira lo rende consapevole che il calcio sia un modo per dirsi la verità, non qualcosa di ovvio. Qualcosa che, se ci si crede, a volte unisce e risolve.

Adesso anche negli allenamenti tocca a quelli aspettati da lungo tempo aggiungere follia calcistica e tenacia nei propri mezzi per propiziare un’altra strategia da parte del tecnico.

Mancano 17 giorni all’apertura del calciomercato di riparazione e Vieira dovrà far capire alla società e al direttore sportivo Ottolini che al Genoa manca una mezzala di passo diverso da quelle a disposizione e anche un esterno considerate le difficoltà di Messias nel tornare in pista.

Sabato c’è stata l’assemblea dei soci. Paperon dei Paperoni non è spuntato a Pegli, ma qualcosa potrebbe succedere intorno alla metà di gennaio per capire chi sarà a sottoscrivere l’aumento di capitale da 40 milioni.

Blazquez sempre loquace, non pronto a dare certezze come nel passato, questa volta è stato misurato e controllato nelle parole. Per l’ennesima volta, oltre ad armarsi di pazienza e aspettare il Godot dell’aumento di capitale, i Genoani dovranno ruminare e avere più di uno stomaco per digerire quello che verrà detto e scritto sui mezzi di comunicazione non solo cartacei, ma anche via web.

La certezza, ad oggi, che il bilancio è stato approvato, che l’aumento di captale è stato deliberato e che i 777 sono fuori dal Consiglio di Amministrazione.