La luce con il secondo tempo contro il Napoli si è rischiarata e il chiarore deve spuntare. La forma dei panchinari crescente e il non misterioso sorriso di Vieira, anche se deluso dal risultato, invogliano all’ottimismo con pazienza. Ormai è dimostrato non solo nel Genoa che la classifica si può risalire, basta che i più bravi giochino al loro meglio e tutti insieme per la squadra.
Il campionato italiano in questo momento offre il calcio più equilibrato e livellato di sempre non solo al Ferraris, ma in tutti gli stadi italiani di Serie A. Devono essere quelli più dotati di qualità a spostare e decidere i destini della stagione. In prima linea quelli del Vecchio Balordo parcheggiati fino ad un giro dalla boa stagionale tra infermeria e panchina.
Tocca a Vieira e al suo team coniugare il valore medio-alto della rosa a disposizione approfittando dell’evoluzione tattica in stallo, dove la costruzione da dietro sta abiurando in tutta Europa alla ricerca della scintilla nella metà campo avversaria per arrivare al risultato. La coperta corta del Genoa è appurata. Se gioca con un attaccante in più soffre a centrocampo, se manca un’altra punta davanti soffre la fase offensiva.
Il 4-3-3 è un sistema equilibrato per la presenza pressoché uguale di giocatori nelle zone in cui si divide il campo. I due centrali di difesa hanno poca libertà offensiva e tocca quindi agli esterni di difesa fare le due fasi di gioco. Il play con capacità di regia c’è. Il centravanti anche. Le due ali fanno fatica ad allargare e creare spazi davanti alla porta avversaria per l’inserimento della mezzala o altro pronto a battere a rete.
La ricerca della superiorità posizionale e numerica va in difficoltà per la qualità, il cui strumento è il controllo del pallone. I non pochi errori nella transizione hanno fatto la differenza nelle ripartenze. Il secondo tempo contro il Napoli, però, ha fatto vedere un rapido gioco tra i calciatori in campo e non solamente attraverso l’occupazione fissa di spazi e posizioni, ma anche grazie a soluzioni di superiorità numerica in ogni parte del campo. Probabilmente tutto quello visto contro partenopei potrebbe essere propedeutico al mettere in gioco un’altra strategia tattica per ottenere l’equilibrio necessario nelle due fasi di gioco.
La strategia potrebbe cambiare in 4-3-1-2. I numeri come sempre contano poco, quello che conterà sarà l’interpretazione che potrebbe permettere di ovviare alle carenze atletiche e tecniche. Ai rossoblù a quarti ad Empoli serve una ottima gara contro una squadra tosta tra le mura amiche.
Compito che non deve ballare ai confini della realtà perché c’è il margine di far godere i tremila Genoani presenti al Castellani, che aspettano botti di Capodanno in anticipo di tre giorni. Per formazione a domani alle ore 14. Per lo schema, eccetto la difesa statica visibile al fischio arbitrale, per le altre zone occorrerà esaminare la gara.
L’Empoli in queste diciassette giornate di campionato con l’arrivo di D’Aversa, non giudicato in positivo dopo gli alti bassi con Sampdoria e Lecce, ha sostituito Nicola, autore di un altro miracolo salvezza. D’Aversa è tornato come ai tempi del Parma nel 2021 quando i Ducali erano una squadra scomoda da affrontare per qualsiasi team e in cinque passaggi potevano passare dalla propria area ad andare tirare nella porta avversaria. La provincia tranquilla risalta il valore del tecnico che valorizza il settore giovanile, la ricerca della qualità e del risultato attraverso il gioco.
Il modello tattico dell’Empoli profuma tanto come quello di Gasperini. Oltre la difesa a tre, marcature ad uomo, duelli individuali in ogni zona del campo, partendo dall’atteggiamento senza pallone, il modo di attaccare viene di conseguenza.
Tutto questo si è visto nella diciassettesima giornata di campionato con i toscani impegnati in casa dell’Atalanta. Sono tornati a casa a mani vuote, ma hanno messo in crisi la Dea con una prestazione importante, solamente una giocata di un calciatore di classe come De Katelaere li ha messi KO.
L’Empoli ha sognato di fare risultato con i gol di Esposito e Colombo, meritati visti le emozioni e i ribaltamenti in casa della più forte. D’Aversa contro la Dea ha perso alla vigilia uno dei fulcri della difesa a tre, Viti, così ha spostato Cacace al centro cambiando la strategia di sempre, il 3-4-2-1, in 3-5-2 con Grassi play e Henderson a fare il buttafuori nel cuore del gioco.
Andati in vantaggio con una rimessa laterale, Gasperini imbufalito. I toscani non contenti del pareggio lombardo, attaccando con aggressività, sono tornati in vantaggio. Bravi gli uomini di D’Aversa a battersi e sbattersi con il capitano Ismajli a chiudere tutti i varchi. Per i toscani ora sono 19 i punti in classifica, frutto di 4 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte, con 16 gol realizzati e 19 incassati.
L’Empoli ha perso per tutta la stagione Pietro Pellegri (ginocchio) e Solbakten (spalla), ma ha recuperato il gioiello Fazzini. La formazione toscana, sempre con Viti e altri 6 assenti per infortunio, potrebbe essere la stessa che ha giocato con la Dea. Davanti a rischio Zurkowski per un problema alla caviglia. Via ibera a Fazzini e Salvatore Esposito alle spalle di Colombo?
Diffidati Empoli: Cacace, Grassi e Pezzella. Diffidati Genoa: De Winter, Martin.
Ciao 2024 e Buon 2025!