La Serie A il prossimo anno sulla carta non sarà una passeggiata da 35/36 punti. Tutte e tre le squadre hanno avuto un buon profilo in Serie A nel passato, anche se con frequenti saliscendi. Piazze storiche per il calcio con in testa l’Hellas, a seguire Lecce e Brescia.
Perciò per le squadre che hanno finito l’ultimo campionato nella parte destra della classifica – ma anche per le altre che hanno superato i 40 punti a fatica – sarà una battaglia se non si attrezzeranno sul terreno di gioco. In campi caldi conterà anche il carattere.
In molti durante lo spareggio veneto hanno sperato che fosse il Cittadella a coronare il sogno della massima serie non perché era da sottovalutare, ma perché la squadra delle Mura vicino a Padova avrebbe avuto qualche handicap in più da superare costretta a giocare in campo neutro e con mezzi limitati, malgrado ogni anno in Serie B abbia lanciato giovanotti sconosciuti subito corteggiati dalla Serie A. Basti pensare a Christian Kouamè.
A Verona non hanno più il Chievo, ma hanno trovato una società con un bacino di utenza di da più di 20mila spettatori. Lecce e Brescia con spettatori abituati ai riflettori se la giocheranno coi loro mezzi economici con le altre che hanno lottato per la salvezza fino allo scorso maggio. Il campionato del prossimo anno non potrà contare neanche su scivoloni da parte del Bologna, della Fiorentina e – questa è la speranza – anche del Genoa.
Il prossimo campionato sarà nuovamente diviso a tronconi: se la luce si vede dal mattino Juventus, Napoli e Inter si giocheranno lo scudetto. Milan e Roma la quarta posizione. E se Lotito alzerà l’asticella dopo aver confermato Tare e Inzaghi, il Napoli e Ancelotti hanno l’occasione per far cantare il Ciuccio.
Tra queste favorite nel mese di giugno è bene non dimenticare l’Atalanta del Gasperini: se si è fermato a Bergamo avrà avuto le sue garanzie per continuare a raccogliere quello che ha seminato. Anche il Torino non sembra indirizzato a guardare la parte destra della classifica e così anche la Sampdoria, attualmente tra le onde del nuovo allenatore, probabilmente Di Francesco, e quelle della vendita della società.
In casa Fiorentina è da verificare Commisso quanto voglia fare l’americano. Il Bologna dopo la fine del campionato è stata la prima squadra a pianificare il futuro e anche qui vale il discorso per Gasperini: Mihajlovic se è rimasto non si è fatto infiocchettare da una scatola chiusa senza sapere cosa conterrà.
Delle tre neo promosse l’unica squadra a rimanere ad oggi con l’allenatore dello scorso anno è il Lecce di Liverani. Nel Salento è già caccia all’abbonamento da parte di tutta la Puglia. Corini a Brescia è andato ai ferri corti con il presidente Cellino, che odorata la Serie A ha alzato le antenne del protagonismo: Corini non ha ancora accettato ufficialmente la permanenza a Brescia. Verona essere o non essere pur avendo buone possibilità economiche. Aglietti non è stato riconfermato, anche se la piazza tifa per lui. Juric è pronto a giocarsi le sue idee e non quelle degli altri dopo l’esilio genoano, raggiunto forse da qualche elemento che lavorò con lui qui a Genova. Un in bocca al lupo al Pirata per la sua nuova esperienza in gialloblù.
In questa ipotetica e fantasiosa prossima Serie A non mi sono dimenticato dell’Udinese: tutto da vedere se continuerà il mercato di austerity dei Pozzo. E bisognerà vedere Tudor con l’obiettivo salvezza a lungo termine cosa saprà fare. Il Cagliari senza Barella non potranno sbagliare la campagna acquisti e se dovesse partire anche Pavoletti ci sarà da lavorare molto per Maran.
Sarà il campionato degli allenatori in tuta. Curiosità di vedere un “elefante” come Sarri arrivare nella cristalleria della Juventus, oppure un Giampaolo a Milanello pronto a rigiocarsi le sue carte nel limbo della Serie A se Maldini e Boban faranno solo i dirigenti. Sarà poi il campionato del ritorno dei direttori sportivi. Capozucca al Genoa, Marino all’Udinese.
Per il Vecchio Balordo sarà altro campionato da trincea? Troppe incertezze ad oggi per prevedere il futuro societario e di squadra. Il Grifone non è in ritardo: basta seguire le altre cronache per capire che non l’unica squadra a cui è mancato l’allenatore fino alla scorsa settimana e la campagna acquisti, quasi meno importante di quella delle vendite, è ai nastri di partenza.
Andreazzoli sarà il nuovo tecnico rossoblu: sarà importante costruirgli una rosa ad uso e misura del suo gioco.
Chi è a Pegli lavora non solo sul rifacimento del campo. Qualcuno come il team Manager Pellegri non farà neanche le ferie: oltre alle amichevoli estive c’è da preparare un ritiro lungo più di 40 giorni con il Pio Signorini pronto per dopo Ferragosto. Altri in silenzio, quelli dei numeri, lavorano per mettere in sicurezza economicamente la società, anche con il Fondo e di chi gli sta dietro interessato al Grifone per il futuro del Vecchio Balordo.
Non si vedeva l’ora in casa genoana che finisse il campionato orribile 2018/2019 senza gioco e personalità: neanche ventiquattro dopo però si parlava di presunti acquirenti, di allenatori e di probabili calciatori.
Il Vecchio Balordo crea dipendenza e se ne resta coinvolti anche quando tutto finisce a catafascio, sebbene l’ultima giornata fino all’ultimo minuto abbia confermato che genoani si nasce, ma anche si muore.
In casa rossoblu adesso con Preziosi bisognerà allestire un mercato di valore tecnico, non solo calcistico ma anche caratteriale, perché non possono aver sofferto solo i tifosi e la dirigenza: la notte di Firenze dovrà sempre essere ricordata nello spogliatoio genoano a nuovi e vecchi che vestiranno la maglia dove sopra c’è scritto il club più vecchio d’Italia.
Pit-Stop del sottoscritto, non di BuonCalcioatutti, perché la Redazione di Alessio, Lorenzo e Giorgio vi terrà sempre informati su tutto quello che avviene nel mondo del calcio.
Pit-Stop perché il calcio logora e rompe se non c’è da raccontarlo tecnicamente, tatticamente sul campo verde, nelle gare e negli allenamenti correndo dietro a “sgobb” , fake news e calcio mercato show.
Pronti dal primo di luglio non a raccontarvi il calciomercato quando non è ufficiale, se il mondo pallonaro ha capito la lezione del giugno azzurro sarà pronto a scommettere sui giovani italiani non solo quelli che sono approdati alle nazionali. Non solo: ci saranno curiosità anche sul mondo arbitrale e sulla circolare numero 1 dell’IFAB che dovrà regolamentare anche il VAR. E ancora sulla FIGC, se varerà qualcosa di nuovo: il codice di giustizia sportiva è troppo poco se si vuole rilanciare il sistema calcio italico.