Cristian Romero è intervenuto la notte scorsa alla trasmissione “Marca Personal”, in diretta su Canal Show Sport. Il difensore rossoblu ha parlato per oltre un’ora e non soltanto della sua prossima esperienza ai Giochi Panamericani che si disputeranno in Cile, a Lima, dal 26 luglio all’11 agosto 2019, ma è tornato anche sulla sua stagione in rossoblu, sulla prima partita giocata contro la Juventus, raccontando anche un aneddoto su Giorgio Chiellini, che gli avrebbe detto di aspettarlo in bianconero.

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La prima domanda degli intervistatori è stata se alle ore 21 di ieri, in Argentina, fosse ancora un giocatore del Genoa o già della Juventus. “No no, ad oggi sono un giocatore del Genoa: che ne sarà domani di me non lo so. Per adesso il mio agente Ciro Palermo, che è un grande amico prima di tutto, non mi sta dicendo nulla. Chiaramente provo una grande felicità per il fatto che un club così grande in Italia sia sulle mie tracce: significa che ho fatto una grande stagione e che devo continuare così. E devo continuare così e migliorare ancora se voglio raggiungere un altro traguardo come la Nazionale argentina. Un sogno”. 

Romero viene incalzato anche sulle recenti dichiarazioni del presidente Preziosi in merito ad una cessione di Romero alla Juventus per 30 milioni di euro, rilasciate a Primocanale precisamente il 2 maggio scorso. “Si, conoscevo questa dichiarazione del presidente: ho della gente che mi riporta tutte queste cose. Dal primo momento in cui ho saputo che mi segue la Juventus, ho vissuto la vicenda come un premio per tutti gli sforzi che ho fatto quest’anno: tutto è andato molto bene e ne sono contento“. E a chi gli domanda se Maurizio Sarri avallerà il suo arrivo in bianconero, Romero risponderà aggirando il quesito. “Non posso dire nulla, non sapendo oggi se la Juventus mi comprerà o meno“.

L’intervista prosegue con la domanda su come abbia fatto il difensore argentino a compiere una scalata così rapida dal San Lorenzo de Barrio Las Flores, club che cedette Romero al Belgrano mantenendo un 15% sulla futura rivendita, al Belgrano, club che in patria è additato di non valorizzare al meglio i prodotti del proprio settore giovanile.

Una parabola ascendente molto rapida per Romero, che è riuscito a compierla all’età di soli 21 anni, dopo che a 13/14 anni gli osservatori del Belgrano lo videro in una finale contro il Talleres, club in cui il Cuti giocò in prestito per un paio d’anni. A quel punto lo fecero provare tra le file del Belgrano e, infine, lo confermarono. “Ho giocato una finale a Talleres contro il Belgrano, abbiamo vinto e gli osservatori del club mi avevano già visto. Il secondo giorno di prove a Belgrano mi hanno detto di restare. Avevo tredici anni. Al Belgrano penso di non aver approfittato di tutte le opportunità che mi diedero. Poi quando non giocavo, il club mi disse che non aveva comunque intenzione di vendermi. A quel punto mi arrabbiai perché avevo offerte dall’Europa per crescere”.

Da questa domanda si passa ancora al Genoa e alla prima esperienza in Serie A. “Quando sono arrivato in Italia ho pensato di durare pochissime partite: addirittura durante la preparazione pensavo sarebbe arrivato un prestito. Il mio primo giorno al Genoa? Me lo ricordo bene. Va specificato che firmai tre mesi prima di arrivare. Poi a luglio col mio agente italiano arrivai a Genova: ci provavo a capire cosa venisse detto, ma non capivo nulla. Per un po’ di tempo sono stato da solo, poi è arrivata la mia fidanzata. Ricordo che inizialmente facevo cinque ore di riabilitazione al giorno e arrivavo a casa stanco. Ad una settimana dalla fine della riabilitazione è arrivata la mia fidanzata e mi ha letteralmente cambiato la testa“.

“Quando ho iniziato a capire che potevo essere titolare? Durante la preparazione eravamo in trenta al campo, ma dovevamo restare una ventina: io mi procuro una lesione e purtroppo l’allenatore in questo momento prova gli altri giocatori nuovi, come giusto che fosse. C’erano Lisandro Lopez – un grande Licha! -, Spolli che era un titolare, Gunter che veniva dal Borussia Dortmund, Zukanovic che era elemento fisso in nazionale. Pensavo ad un prestito e mi dissi che c’erano almeno 4 giocatori davanti a me. Alla fine sono rimasto, ho perso le prime sette giornate, poi sono tornato, mi sono allenato una settimana e poi ho giocato due partite con la Primavera, giocandole anche bene. Eravamo messi bene in classifica, poi il presidente ha cacciato Ballardini”. E l’intervistatore incalza: “Perché l’ha cacciato?”. Romero, tradendo una breve risata, risponde: “Perché voleva giocare meglio“. 

“Dopo la seconda partita con la Primavera stavo già bene. Giocai di sabato, mi riposai la domenica e tutta la settimana successiva giocai fra i titolari. Chi era l’allenatore? Juric. Un fenomeno. Mi mise tra i titolari tutta la settimana: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì. Sabato mattina arrivò e mi disse: “sei fuori dai titolari, è una gara importante e manchi ancora in alcune cose”. Lo accettai perché del resto già pensavo che fosse impossibile pensare di giocare titolare contro la Juventus. Era anche la mia prima convocazione con la prima squadra. Al sabato, dopo il sopralluogo il campo allo Stadium, il mister mi chiamò e mi disse: “Romero, guarda che devi giocare. Vai fuori a scaldarti“. Il primo pallone che toccai fu per anticipare Ronaldo, il secondo fu un fallo su Ronaldo dove toccai il pallone, ma presi il giallo. Era il quarto minuto. Da quella partita non sono più uscito dai titolari”. 

“Il mio impatto col calcio italiano è stato l’impatto con un calcio molto tattico e ordinato. Ne esco rinnovato da questa stagione. Il Genoa è stato un club dove la gente quest’anno mi ha trattato benissimo, tutti i tifosi fanno il mio nome. Adesso penso solamente al Genoa: se poi arriva la Juventus, ovviamente non potrò dire di noA parte Juventus, Napoli e Inter, credo che la Serie A sia un campionato equilibrato. Vero che noi abbiamo pareggiato all’andata e vinto in casa con la Juventus, ma a parte queste squadre credo ci sia equilibrio.

Il Genoa è un club che mi piace molto. C’è una verità ed è che, dopo aver giocato con la Juventus, Chiellini mi ha detto che mi aspettava in bianconero. Era dopo la partita casalinga in cui abbiamo vinto 2-0: io me ne stavo uscendo col mio agente, andando verso la macchina e aspettando che venissero a salutarmi da fuori. Arriva Chiellini e mi dice: “ti aspetto alla Juventus“. Non ho saputo cosa rispondergli se non “grazie”. Poi ho quasi pianto e l’ho detto a tutta la famiglia: non ci potevamo credere. Quando oggi senti dell’apprezzamento di club così grandi, rivedi da dove sei venuto e ti rendi contro dello sforzo della tua famiglia e di tutto ciò che ha fatto per te”.

IL VIDEO DELLA LUNGA INTERVISTA DI ROMERO A “CANAL SHOW SPORT”


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