Profilo basso, poche parole e tanta disponibilità a crescere e imparare. Paolo Ghiglione è un ariete quando si tratta di mettersi a disposizione dei tecnici e anche in questo inizio di stagione lo sta dimostrando cavalcando sulla fascia destra e proponendosi in fase offensiva con alcuni cross di primo livello. A prelevarlo, nell’estate 2012, fu il Genoa, ma l’ingresso di Ghiglione nei database di Michele Sbravati era ancora precedente.
Si deve andare sino al Torneo di Alpignano dell’anno precedente. Poi, in sinergia con l’attuale direttore sportivo Capozucca, ecco che Ghiglione fu portato in rossoblu. Una prima volta prima di vederlo partire in prestito e ritornare, quest’estate, a vestire la maglia della prima squadra.
Capozucca e Andreazzoli hanno creduto in Ghiglione, ma il primo sei stato tu. Ci racconti la vera storia di Ghiglione?
“È una delle tante storie a lieto fine: Paolo sta dimostrando di meritare la Serie A, ma siamo solo all’inizio. Gli facciamo i complimenti, però stiamo con i piedi ben piantati per terra. È un ragazzo che ha grande testa e intelligenza: io ho avuto la fortuna di notarlo al Torneo di Alpignano, un torneo di Giovanissimi. Lui era tesserato nel Pavia ma in prova con il Novara. Notai questo ragazzo che faceva il centravanti, con delle belle qualità atletiche e buone qualità tecniche. Dava l’impressione di essere un ragazzo intelligente.
Nel momento in cui il direttore sportivo, Stefano Capozucca, dovette fare un’operazione con il Pavia mi chiese se c’era un ragazzo promettente che si poteva inserire in questo contesto: io feci il nome di Paolo Ghiglione perché in quella circostanza mi aveva colpito. Allora giocava attaccante. Ora sembra un po’ strano visto che fa l’esterno difensivo o di centrocampo. Ci sono queste metamorfosi nei ragazzi: Sturaro, ad esempio, la prima volta che l’abbiamo visto faceva il difensore centrale nel Sanremo.
Credo che il nostro gruppo di lavoro sia stato bravo nella gestione di questi ragazzi, di Ghiglione in particolare arretrandolo piano piano. Lui ci ha messo tanto del suo, ha fatto la gavetta. Il Genoa è stato molto bravo, nel momento in cui è andato a farsi le ossa, a non abbandonarlo. Sarebbe stato facile nell’anno della Spal o della Pro Vercelli dire: “Riuscirà a giocare a Marassi nel Genoa?“. Su altri magari si è creduto di meno, su altri di più. Lui se l’è meritato, ha fatto un bel percorso.
Stefano Capozucca l’ha ritrovato l’anno scorso a Frosinone e mi ha chiesto se fosse il Ghiglione del Pavia. È una bella storia ed è all’inizio. Sono contento che sia arrivato, come siamo contenti siano arrivati tanti altri. Siamo quasi a 126 ragazzi che hanno raggiunto il professionismo nell’era Preziosi: sono tanti in 13 anni. Credo che ce ne siano altri nelle leve piccoline che cercheremo di far crescere nella maniera giusta. Tra l’altro in una nostra formazione ideale di questi 13/14 anni, dei ragazzi che hanno raggiunto alti livelli, ci mancava proprio l’esterno destro e Ghiglione va proprio ad occupare quel posto. Abbiamo messo Bani difensore centrale, Perin in porta, Sturaro, El Shaarawy, Ragusa e compagnia bella. Ghiglione è arrivato ad hoc per quell’ipotetica formazione”.
Genoa, Michele Sbravati racconta il settore giovanile 2019/2020 – VIDEO