S’intende per sistema di gioco la dislocazione di base dei giocatori con compiti singoli e collettivi che si integrano. Il sistema di gioco – e non i numeri del modulo – rappresentano il telaio-guida sul quale poi vengono applicati i procedimenti tecnico-tattici preparati dall’allenatore per consentire lo svolgimento efficace di azioni in fase di possesso e non possesso, cioè in attacco o in difesa. Il sistema di gioco è un concetto dinamico, non statico, e deve esprimere il modulo di gioco che deve realizzarsi sia per mezzo della posizione e dei movimenti preferenziali dei calciatori nelle due fasi di gioco, sia per mezzo degli sviluppi tattici adottati. Dai libri di Coverciano proviamo a riassumere qualche sistema e qualche numero di moduli fra quelli più utilizzati in Italia.
4 3 3 – È il sistema più equilibrato per la presenza di un numero pressoché uguale di giocatori nelle tre zone in cui solitamente si divide il campo di gioco. I difensori si possono schierare in linea con il gioco a zona o con il libero alle spalle quando le marcature sono a uomo. Ai due difensori o terzini laterali compete il compito di proiettarsi in avanti, ai due difensori centrali viene concessa poca libertà offensiva. L’attacco è composto da due ali che operano soprattutto lungo le corsie laterali e da un centravanti, tutto per allargare la difesa avversaria per creare centralmente, davanti all’area avversaria, uno spazio più ampio per battere a rete non solo con la prima punta.
4 4 2 – Era il sistema adottato più frequentemente, probabilmente perché era il più facile da insegnare e da capire. I difensori possono essere schierati in linea o con il libero alle spalle. La zona di centrocampo è occupata da 4 calciatori che possono essere disposti a rombo o all’incirca in linea. Il centrocampo a rombo prevede due giocatori laterali e tre centrali, di cui uno avanzato (trequartista o fantasista) che gioca in appoggio alle punte, l’altro davanti alla difesa a dare copertura agli altri componenti della fase difensiva, con anche compiti di regia o di metronomo, colui che deve dettare i tempi della manovra. Nel centrocampo in linea sono i laterali, cioè i tornanti, che devono fare le due fasi di gioco rendendo opertura nella zona esterna del campo. In attacco le due punte si dispongono centralmente, vicini o in verticale. Quello più avanzato (centravanti boa) deve rappresentare un punto di riferimento per la punta più arretrata che deve essere più di movimento.
5 3 2 oppure 3 5 2 – Difesa composta da 5 calciatori che può essere impostata a zona oppure a zona mista. Nel primo caso, i tre difensori centrali giocano in linea e si passano a “scalare” gli avversari da marcare. Nella zona mista i due difensori marcano ad uomo le rispettive punte, mentre il terzo li copre facendo il libero alle spalle dell’ultima linea. I difensori esterni devono essere fluidificanti di buona gamba e spinta, ma anche con buone capacità difensive. Tre centrocampisti di cui uno centrale e due laterali, poi due punte centrali o, in alternativa, un punta e un fantasista o trequartista. Il sistema 5 3 2 in fase di possesso di pallone si trasforma in 3 5 2 in quanto i due difensori esterni assumono i compiti di centrocampisti esterni a tutti gli effetti, proponendosi in fase di appoggio e di inserimento con dei cross.
3 4 3 – Prevede 3 calciatori centrali in difesa che marcano a zona, 4 centrocampisti di cui uno difensivo con compiti di regia, due mediani laterali non troppo larghi e un trequartista di fantasia. Poi tre attaccanti, una punta centrale e due ali. Sistema offensivo che deve permettere al meglio il gioco d’attacco, ma che non assicura adeguata copertura alla fase difensiva in particolare sulle corsie laterali. Il sistema funziona se si hanno giocatori di grande personalità in difesa e a centrocampo, una squadra corta, l’applicazione del pressing in attacco e centrocampo e del fuorigioco.
5 4 1 – Si tratta del sistema più difensivo, tuttavia sui campi italiani quando riesce la collaborazione di difensori e centrocampisti con l’unica punta può essere anche offensivo. Rispetto al 5 3 2 prevedeva in passato, al posto della punta, l’utilizzo di un trequartista.
3 5 2 – Sistema dal centrocampo folto con due esterni e tre centrali di cui uno più arretrato che deve assicurare copertura non solo ai difensori, ma anche ai compagni di reparto. Marcatura ad uomo con libero alle spalle. La mancanza di difensori esterni impone ai centrocampisti laterali di offrire adeguata protezione facendo le due fasi di gioco. In questo sistema è fondamentale il gioco dei tre centrocampisti, dal cui comportamento dipenderà un carattere prevalentemente offensivo o difensivo. Sistema che può diventare anche 3-4-1-2 con l’inserimento di un trequartista.
4 2 3 1 – Il modulo più in voga in Europa negli ultimi dieci anni. Viene considerato dalle squadre che si sono giocate negli ultimi anni le fasi finali di Champions il più affidabile e flessibile. L’idea di chi lo adotta è fondata maggiormente sul movimento senza pallone. Le linee guida del sistema sono: sovrapposizioni dei terzini, ali con spiccata tendenza ad accentrarsi, trequartista con forte predisposizione ad essere una seconda punta e una coppia di centrocampo davanti alla difesa capace di unire quantità e costruzione del gioco.
Totti finto centravanti era una delle variabili nella Roma di Spalletti, molto più boa che goleador, con manovra offensiva pronta a maggiore imprevedibilità. Di Totti c’è n’è stato solamente uno e alla lunga la variabile si è persa. Il 4 2 3 1 è diventato efficace in Germania con Bayern e Borussia Dortmund, in particolare con la squadra di Klopp quando è diventato un dinamismo di gioco dimostrando che nessun altro modulo ha una sua universalità tale da poter essere interpretato non per forza da Top calciatori, diventati tali dopo l’interpretazione della strategia. Uno spettacolo vedere gli uomini di Klopp con terzini di spinta pronti a diventare interni di centrocampo in fase di possesso e i centrocampisti che non si occupavano solo di distruggere, ma anche di costruire, ripiegando e inserendosi con continuità, il trequartista elastico tra centrocampo e porta avversaria, prima punta con doti di goleador ma anche capacità di sponda e movimento negli spazi.
Abbiamo dato i numeri, ma siamo sempre convinti che ai calcoli dei moduli più che il sistema di gioco venga attribuito un esagerato valore tattico. I risultati arrivano quando i sistemi, le strategie, il numero dei moduli si basano su una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco dove tutto deve coincidere alle caratteristiche tecnico-tattiche dei giocatori a disposizione. Dopodiché i risultati arrivano con il “modo di muoversi” della squadra , cioè i rapporti che devono stabilirsi, tenendo conto delle prerogative impartite dall’allenatore, dei singoli calciatori in relazione all’uomo in possesso del pallone e del conseguente comportamento degli avversari.